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 - Ayrton Senna
















Il
circuito di Spa-Francorchamps è il più antico e famoso autodromo del Belgio.
Situato nelle vicinanze di
Francorchamps, una cittadina della municipalità di Stavelot ai confini con la municipalità di Spa,
 nelle Ardenne. Il circuito è sede del Gran Premio del Belgio di Formula 1,
 la cui prima edizione si svolse nel 1924,
 e inoltre della 24 Ore di Spa e di altre gare del calendario internazionale.






   SPA - FRANCORCHAMPS
             Zolder - Nivelles


IL CIRCUITO

Lo storico circuito di Spa-Francorchamps è situato a 50km a sud-est di Liegi, nel bel mezzo della foresta delle Ardenne. Spa appartiene alla leggenda della F1 perché, nel tortuoso circuito belga, si corre sin dal 1950. In parte strada pubblica (e quindi a tutti gli effetti  circuito cittadino) e in parte circuito di F1 vero e proprio, il percorso del Campo dei Franchi spesso presenta situazioni anomale per il Circus della F1 con piogge improvvise, nebbie e temperature bassissime in certe parti del tracciato, e il sole splendente in altre.


CARATTERISTICHE
Spa è probabilmente il circuito di F1 più gradito da parte dei piloti perché è possibile sorpassare, attaccare, raggiungere alte velocità e mettere alla prova le proprie abilità di guida, creatività, coraggio e concentrazione. A Spa hanno vinto solo i grandissimi della F1, Senna e Schumacher tra tutti, e quasi ogni edizione del Gp del Belgio ha riservato almeno un episodio storico degno di nota. Nel 1998, ad esempio, una micidiale carambola in partenza, mise fuori gioco ben 13 monoposto.

Sono molti coloro che dicono che Spa sia l'ultimo circuito ''vero'', con un giro di pista lungo 7 km (originariamente i km erano 14.), dislivelli altimetrici senza pari e due curve, l'Eau Rouge e il Radillon, che presentano una sfida alle capacità di base di ogni pilota di F1. La pista costringe i piloti a tenere medie sul giro estremamente elevate ma anche un certo occhio alla prudenza: un minimo sbaglio, specie se all'impressionante saliscendi dell'Eau Rouge, e son dolori.

A Spa è possibile vedere, inoltre, i più bei sorpassi della stagione. Quello di Hakkinen su Schumacher a Les Combes, nel 2000, con il doppiato Zonta a fare da terzo incomodo. Oppure quello di Schumacher, con gomme da asciutto, su Hill sotto la pioggia. Oppure quello terrificante e polemico, con Schumacher che tamponò Coulthard nascosto dalla scia d'acqua.TECNICA
Quello di Spa è un circuito velocissimo, quindi, con un grado di aderenza medio, sul quale è prevedibile che i team utilizzino gomme di mescola morbida. Il disegno del tracciato consente di tenere il gas aperto per il 63 per cento del giro. I piloti scelgono praticamente sempre un carico aerodinamico medio-basso per poter affrontare ad alta velocità i curvoni veloci, pur sempre garantendosi una certa stabilità nei tornanti lenti (tipo quello del Bus Stop).

TECNICA
Quello di Spa è un circuito velocissimo, quindi, con un grado di aderenza medio, sul quale è prevedibile che i team utilizzino gomme di mescola morbida. Il disegno del tracciato consente di tenere il gas aperto per il 63 per cento del giro. I piloti scelgono praticamente sempre un carico aerodinamico medio-basso per poter affrontare ad alta velocità i curvoni veloci, pur sempre garantendosi una certa stabilità nei tornanti lenti (tipo quello del Bus Stop).


PUNTI CALDI
La Source, la prima secca e lentissima curva a destra in discesa è solitamente luogo dei primi incidenti di gara. Al complesso dell'Eau Rouge ci si arriva in piena discesa, lanciatissimi: traiettoria obbligata e errore vietato, pena: incidente dagli esiti imprevedibilmente rischiosi.

PUNTI DI SORPASSO
A Spa è possibile sorpassare quasi ovunque. Ci sono posti consigliati per farlo, altri no. Ad esempio si può sorpassare al Bus Stop, la lenta chicane prima del rettilineo d'arrivo. Uno dei più bei sorpassi del 2000 è stato realizzato all'entrata della curva del Les Combes, una chicane da terza.






Spa-Francorchamps: banco di prova per i piloti

Un Giro
Sul traguardo, si passa in 4º marcia a 295 orari: frenata violenta per affrontare in 1º a 60 km/h la curva della Source
In uscita si sale con i rapporti, fino a raggiungere i 300 orari in 6º prima di affrontare alleggerendo un po' col gas, le difficilissime e impegnative semicurve dell'Eau Rouge e del Radillon, da cui si esce a una velocità prossima ai 290 orari e si affronta il lungo rettilineo del Kemmel superando i 330 km/h. Nuova frenata e scalata in 3º per affrontare a 140 orari la chicane di Les Combes, da cui si esce a 170 orari per percorrere la Malmedy e quindi affrontare il breve rettilineo successivo a 270 km/h in 4º prima di entrare nel tornante Rivage, che si percorre in 2º a 110 km/h. Nuovo breve rettilineo in 3º a 215 orari e frenata per la curva numero 9 a sinistra che si percorre a 160 km/h.




Lunghezza circuito 7,004 Km  -  Numero curve 19


LOUIS ARMSTRONG ~ When You`re Smilin`~


La combinazione di curve Eau Rouge - Raidillon




 Spa, circuito intriso di storia, pista che esalta i campioni



La storia del circuito di Spa-Francorchamps è lunga e affascinante, ma inizialmente la pista era radicalmente diversa rispetto alla versione attuale.

Il tracciato belga inizia la sua attività già nei primi anni '20 ed è ricavato unendo, su progetto di Jules de Their, proprietario del giornale "La Meuse", e del presidente del RACB (Royal Automobile Club Belgium) Henri Langlois Van Ophem, le tre strade statali che collegavano le cittadine di Malmedy, Stavelot e Francorchamps. La prima gara disputatasi sul tracciato si svolse nel 1922 e già nel 1924 si tenne la prima 24 Ore di Spa-Francorchamps, mentre nel 1925 gareggiarono per la prima volta a Spa le vetture di Formula Grand Prix.

Dall'idea degli organizzatori risultava un percorso di forma triangolare di circa 14 km, tra i più lunghi del calendario internazionale, e allo stesso tempo per via dei lunghi tratti rettilinei uno dei più veloci e impegnativi. Una pista in cui i campioni facevano la differenza, soprattutto dopo le modifiche al tracciato di fine anni 30 realizzate allo scopo di farne una delle piste più veloci d'Europa, in cui tra l'altro venne aggirata la lenta e contorta sezione dell'Ancienne Douane mediante una velocissima e ripida combinazione di curve destra-sinistra in salita (in 240 metri di pista si affronta un dislivello di 24 metri) che sarebbe diventata una delle curve più famose dell'automobilismo mondiale, la Raidillon (in francese: salita ripida), che è conosciuta al grande pubblico degli appassionati insieme alla curva sinistrorsa posta in fondo alla valle dell'Eau Rouge (Acqua rossa, dal nome del fiume che scorre sotto alla curva e che vi si immette, formando la sezione Eau Rouge-Raidillon che è di frequente ed erroneamente denominata semplicemente Eau Rouge.

La Raidillon non è però l'unica curva "artificiale" creata in questo tracciato naturale: dopo la seconda guerra mondiale, continuando nel loro intento di farne il circuito più veloce d'Europa, gli organizzatori decisero di bypassare il "tornante di Stavelot", posto ad un incrocio all'estrema periferia dell'abitato di Stavelot subito dopo la piega di Holowell, una veloce sequenza destra-sinistra alla fine del secondo tratto del rettilineo di Masta. Realizzarono quindi nel 1947 una bretella di raccordo che nasceva alla fine del breve allungo posto nel mezzo del destra-sinistra di Holowell per formare con essa un unico curvone veloce e lievemente soprelevato che si congiungeva al tracciato originale circa trecento metri dopo il "tornante di Stavelot", riducendo così la lunghezza totale del circuito di circa 600 metri.

Dopo la Seconda guerra mondiale, la pista iniziò a ospitare il neonato Campionato mondiale di Formula 1, diventando uno dei banchi di prova più importanti per i piloti della massima categoria automobilistica. Infatti la maggioranza delle curve erano delle vere e proprie sfide da affrontare ogni giro a velocità pazzesche, col risultato di rendere evidente la differenza tra i piloti medi e i campioni. Oltre alle già citate Eau Rouge-Raidillon e Stavelot sono passate alla storia curve come la vecchia Malmedy (una lunga curva a destra in forte discesa, rallentata a partire dal 1970 da una chicane), Masta (la serrata sequenza sinistra-destra da affrontare in pieno in mezzo alle case posta a metà del rettilineo di Masta]) e la Blanchimont (che fa parte dell'attuale tracciato). Le alte medie erano ovviamente grande fonte di rischio per piloti e centauri, così a causa della sua pericolosità, Spa fu teatro di parecchi incidenti, spesso mortali. Nella seconda metà degli anni '60 la pista fu adeguata, per quanto possibile su un tracciato normalmente adibito alla viabilità ordinaria, ai nuovi standard di sicurezza, ma ciò non bastò a placare le rivendicazioni dei piloti di Formula 1, che con l'avvento degli alettoni dovevano affrontare percorrenze in curva elevatissime. Così, dopo l'edizione del 1970, su pressione del sindacato piloti guidato da Jackie Stewart, si decise di trasferire la prova belga del mondiale a Nivelles prima e a Zolder poi. Nel frattempo, l'autodromo di Spa-Francorchamps continuò ad ospitare le altre maggiori categorie automobilistiche (in primis la 1000 km per vetture prototipo e la 24 Ore per vetture turismo) e il Motomondiale (disputatovisi dal 1949 fino al 1990, ad eccezione del 1980).

Gran Premio del Belgio 1931

Il Gran Premio del Belgio 1931 fu la IIIª edizione del Gran Premio del Belgio, si svolse sul circuito di Spa-Francorchamps
e fu valido quale terza prova del Campionato europeo di automobilismo 1931.

Durante le prime ore di gara vi fu un'aspra lotta tra la Bugatti di Achille Varzi e l'Alfa Romeo di Tazio Nuvolari e quando il piemontese cedette il volante al copilota Louis Chiron la Bugatti mantenne la testa della corsa per tutte le fasi centrali della competizione, fino al ritiro per un guasto al magnete.
Anche l'Alfa Romeo di Campari/Zehender fu costretta al ritiro, con l'italiano che dovette rinunciare alla lotta al titolo di campione europeo. In seguito la coppia Nuvolari/Borzacchini (Alfa Romeo) si issò al primo posto della classifica per un lungo tempo, cedendo la posizione solo durante l'ultima ora.

La gara fu portata a termine da otto dei 12 equipaggi che presero il via e fu vinta a sorpresa dall'equipaggio Grover/Conelli, che alla vigilia non erano certo considerati tra i favoriti, grazie ad una migliore strategia nelle soste ai box, seguiti da Nuvolari/Borzacchini e dall'Alfa Romeo di Minoia/Minozzi, con Birkin/Lewis (su Alfa Romeo privata)


   Storia del circuito

 La F1 fa tappa sul mitico circuito di Spa-Francorchamps, che a ragione viene considerato uno dei pochissimi tracciati “vecchio stile” ancora rimasti nel calendario iridato.

Nonostante il GP del Belgio a volte si sia corso in altre sedi (Nivelles, Zolder), Spa resta la “sede storica” di questo Gran Premio. Oggi esso rappresenta il circuito più lungo del mondiale con i suoi quasi 7 chilometri di lunghezza, tuttavia in origine esso misurava più del doppio. Il circuito fu creato nel 1924 unendo alcuni tratti adibiti alla viabilità ordinaria, ma fino al 1939 non c’era la famosa curva dell’Eau Rouge, che veniva bypassata da una curva più lenta, detta “Ancient Douane”. La modifica che portò a includere l’Eau Rouge si dovette al fatto che gli organizzatori belgi volevano a tutti i costi che Spa diventasse il circuito più veloce d’Europa, visto che non potevano competere con gli infiniti rettilinei del circuito di Tripoli, in Libia, dove si toccavano medie da 230 all’ora.



Nuvolari su Maserati al Gran Premio del Belgio del 1933

 Nel 1933 si assistette a una delle tante imprese di Nuvolari, che ingiustamente viene poco ricordata:
 Tazio, dopo un diverbio con Enzo Ferrari che con la sua Scuderia faceva correre le Alfa, decise di presentarsi in Belgio a bordo di una Maserati e, nonostante partisse ultimo, già alla fine del primo giro si presentò in testa a tutti per poi vincere imperiosamente. Nel ’37 si assistette a una tremenda ed entusiasmante battaglia a tre fra Hasse, Stuck (entrambi su Auto Union) e Lang (Mercedes) con il primo che prevalse vincendo il suo primo e unico GP.
 Prima della pausa forzata dovuta alla guerra mondiale, nell’edizione del 1939 avvenne un gravissimo incidente nel quale perì il giovane Richard Seaman, in testa alla corsa con la sua Mercedes, slittando sotto la pioggia e urtando un albero prima del rettilineo che precede la Source, i serbatoi si incendiarono e per Seaman, la più grande promessa del motorismo inglese di quegli anni, non vi fu nulla da fare.