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A Montecarlo solo i più grandi della storia vincono.
Il circuito più glamour del
mondiale è da sempre scenario di grandi imprese e di grandi vittorie.
Su questi
fantastici 3 chilometri si sono inanellati, più che altrove, successi
a
ripetizione e si sono premiati pluricampioni.
GP MONACO, 26.05.2013 - Il Principe Alberto II e sua moglie Principessa Charlene


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14 aprile 1929, nasce il Gran Premio di Monaco
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Anno di nascita 1929, parliamo del più celebre tra i Gran Premi
dell’anno, ovvero quello di Monaco, la gara più attesa, anacronistica ed
appassionante di tutta la stagione. L’avvenimento mondano dell’anno,
dove si intrecciano un cosmo fatto di motori, super yacht, feste, eventi
mondani, belle donne e tutto quanto offre quel piccolo lembo di costa a
sud delle Francia.
La gara nasce per merito di Anthony Noghès, presidente e fondatore
dell’Automobile Club di Monaco. Noghès si reca a Parigi per presentare
la candidatura del proprio Club all’Association des Automobile-Clubs
Reconnus, praticamente l’attuale Federazione Internazionale
dell’Automobile. La candidatura di Noglès viene rifiutata: Montecarlo
non ha nessun circuito e non si corre nessuna gara automobilistica nel
territorio del Principato, ed allora scatta l’idea di organizzare
appositamente una gara tra le strette strade della città per essere
inseriti nel giro dei grandi Club automobilistici. Dall’idea
all’organizzazione passano due anni, ed il 14 aprile 1929 il Principe
Pierre de Polignac inaugura il circuito cittadino.
Al via del primo Grand Prix tra le strade monegasche ci sono 16
vetture. La vittoria va a Charles Frederick William Grover, detto più
semplicemente “Williams”, al volante di una Bugatti 35B.
La media della
gara è di 80 Km/h e da quel giorno di primavera nasce una gara che
segnerà fino ai giorni nostri la storia della F.1. Ad Anthony Noghès va
anche il merito di avere inventato la bandiera a scacchi per dare il
segnale di fine gara.
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1933 - 5° Gran Premio di Monaco |
Il Campionato europeo di automobilismo 1937
è stata la V edizione del Campionato europeo di automobilismo.
Con tre vittorie su cinque gare, Rudolf Caracciola si laureò per
la seconda volta campione europeo guidando una Mercedes equipaggiata
con un motore 5,6 litri. Dal momento che l’anno successivo la
formula fu cambiata, imponendo dei motori più piccoli e meno
potenti, le auto del 1937 risultarono le più potenti mai
costruite fino all’arrivo dei motori turbo in Formula 1 a cavallo degli anni ’70 e ’80 del XX secolo.
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Monaco "Hotel Beau Rivage" - Passaggio di Rudolf Caracciola e Manfred von Brauchitsch su Mercedes Benz W125

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Dopo la guerra il G.P. di Montecarlo è prontamente inserito nel
neonato Campionato Mondiale di F.1 e la prima edizione titolata,
disputata il 21 maggio del 1950, è vinta dalla Alfa Romeo 159 di Juan
Manuel Fangio che precede la Ferrari 125 di Alberto Ascari
e la Maserati
di Louis Chiron.
Il tracciato di Monaco è rimasto immutato nel tempo, a parte qualche
piccola modifica di poca importanza.
È il più corto e lento dell’intero
mondiale e si sono svolte alcune tra le corse più sorprendenti ed
emozionanti.
Alcuni piloti come Ayrton Senna e Graham Hill sono stati i migliori
interpreti di questa anacronistica corsa che ha avuto anche dei drammi
come quello di Lorenzo Bandini che ha perso la vita proprio a causa
della fatica di questa corsa.
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Gran Premio di Monaco 16 maggio 1948
Distanza 100 giri, totale 318 km
Podio
1 Nino Farina Maserati - 2 Luis Chiron Talbot Lago - 3 Toulo de Graffenried Maserati
Gran Premio di Monaco
Qualifiche
Dopo due sessioni di qualifica, come da
tradizione al giovedì e al sabato, dove Charles Pozzi, Yves
Giraud-Cabantous, Pierre Levegh e Clemente Biondetti non partono, la
griglia di partenza viene condizionata pesantemente dal grave incidente
occorso all'argentino Alfredo Pián il quale, a causa di una
macchia d'olio, va a sbattere contro la tribuna con la Maserati
fratturandosi una caviglia, e non prenderà più parte a
una gara di Formula 1. La sessione del sabato viene sospesa
definitivamente e le posizioni vengono stabilizzate ai cinque migliori
tempi ottenuti nella prima sessione di prove: dalla sesta in avanti i
tempi della seconda sessione. Questo sistema penalizzerà
soprattutto Luigi Villoresi che, pur avendo ottenuto il secondo tempo
assoluto, partirà dalla terza fila in sesta posizione.
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Qualifiche ufficiali: 1 Juan Manuel Fangio 1.50.2 - 2 Nino Farina 1'52.8 - 3 José Froilàn Gonzàlez 1'53.7
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