Nelson Piquet
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Riccardo Patrese
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La Brabham fu la prima vettura turbo a vincere il titolo mondiale nel
1983 con Nelson Piquet.
Le
nuove tecnologie introdotte dalla Renault e la Lotus sfociarono nella
celebre guerra tra la FISA e la FOCA dei primi anni ‘80. I
motori turbo erano macchine complesse di cui la disposizione limitava
l’effetto suolo "tunnel" sotto la vettura. Erano ancora una
tecnologia emergente ed era piuttosto difficile, espansivo in termini
finanziari per lo sviluppo, costruzione e resa in
affidabilità. Era supportato da molte scuderie manufattrici,
come Renault, Ferrari e Alfa Romeo che seguirono quella strada. In
opposizione, il motore poco costoso, affidabile e stretto della
Ford-Cosworth DFV – la sigla sta per Double Four Valve
– nei suoi due modelli 28 e 29, ancora usato dalla maggior
parte delle squadre più di una decade dopo la sua effettiva
introduzione, si prestava bene ed era altamente efficiente per la resa
aerodinamica effetto suolo. Questi due gruppi erano rappresentati da
due entità politiche – il governo dello sport
FISA, con a capo il francese Jean-Marie Balestre, e la FOCA, governata
da Bernie Ecclestone. Il primo gruppo sosteneva una stretta limitazione
all’effetto suolo per ottenere il massimo vantaggio dalle
loro potenti turbo. Il secondo gruppo invece sosteneva un effetto suolo
senza restrizioni per riequilibrare il deficit esistente sui cavalli di
potenza. Ma c’erano anche questioni finanziarie, che alla
fine dei conti risultarono quelle più importanti. In
confronto ai grandi costruttori con budget illimitati, quelli piccoli
desideravano avere una larga parte dei proventi della Formula 1 per
poter rimanere competitive.
Le battaglie tra FISA e FOCA durante i primi anni ’80
oscurarono gli eventi sulla pista. Il sudafricano Jody Scheckter diede
alla Ferrari il suo ultimo titolo mondiale nel 1979 prima dei suoi 21
anni di digiuno, ma l’attenzione era altrettanto focalizzata
sul giovane canadese Gilles Villeneuve. L’australiano Alan
Jones e il finlandese Keke Rosberg portarono al successo Frank Williams
nelle rispettive stagioni 1980 e 1982, mentre il giovane brasiliano
Nelson Piquet vincere titoli per la scuderia Brabham di Ecclestone nel
1981 e 1983.
Patrick Depailler rimase ucciso nel 1980, durante una sessione di test
a Hockenheim, probabilmente a causa delle forti accelerazioni laterali
che causarono un black out nella veloce Ostkurve.
Un doppio, impressionante colpo per la Ferrari nel 1982, con la morte
di Gilles Villeneuve, a causa di un grave incidente avvenuto durante le
prove del Gran Premio del Belgio a Zolder e le gravi ferite alle gambe
che fermarono la carriera del compagno di squadra Didier Pironi solo
poche settimane più tardi nelle prove del Gran Premio di
Germania ad Hockeneim, contribuirono a portare questa crisi sotto i
riflettori, e aiutando entrambe le parti a sedare le dispute per il
bene dello sport.
L’antiquato DFV aiutò la serie nazionale
britannica Aurora che si gareggiò tra il 1978 e il 1980.
Come nel Sudafrica nella precedente generazione, le seconde vetture da
scuderie come la Lotus e la Fittipaldi Automotive erano
all’ordine del giorno, anche se alcuni, come la March 781,
erano costruiti specificamente per quella serie. Nel 1980 la serie vide
la sudafricana Desiré Wilson passare alla storia per essere
l’unica donna a vincere una gara su una vettura di Formula 1
quando trionfò a Brands Hatch
con la Williams.
Dopo parecchi anni di oblio la McLaren fuse con Ron Dennis il Project-4
team di Formula 2. La McLaren MP4/1 (McLaren Project-4) introdusse nel
1981 il primo telaio a fibra composta di carbonio, un'innovazione che,
malgrado i dubbi iniziali sopra le relative reazioni dopo uno scontro,
venne adottato da tutte le squadre dalla metà della decade.
L’uso della fibra di carbonio composta al posto del classico
alluminio fece guadagnare all’automobile in termini di
leggerezza significativi, tuttavia mostrava maggior rigidità
e grip aerodinamico soprattutto nei pressi delle curve in
velocità.
Il titolo 1983, vinto da Piquet per la scuderia Brabham di Bernie
Ecclestone, che era ancora a capo dei diritti delle scuderie non
manifatturiere, fu il primo vinto da un motore turbo. Nel 1983, le
dispute tra la FISA e la FOCA vennero risolte e anche se la FOCA emerse
mostrando più forza, le scuderie avevano ottenuto qualcosa
di concreto. Entro il 1984, solo la Tyrrell lottava ancora con i vecchi
motori DFV. Il 1983 vide anche la 368° e ultima gara per
vetture di Formula 1 non valida per il campionato, la Race of Champions
a Brands Hatch, vinta dal Campione del Mondo uscente Keke Rosberg su
Williams Cosworth dopo una dura battaglia con lo statunitense
Danny
Sullivan.
I problemi sulla sicurezza aiutarono finalmente a risolvere le dispute;
dopo quasi 50 anni, la potenza realizzata dalle vetture turbo potrebbe
infine battere i 640 cavalli di potenza (477 kW) prodotti dalle
sovralimentate Mercedes-Benz W125 del 1937, senza un consumo enorme di
carburante speciale molto esplosivo. Nel 1986, qualche motore viaggiava
oltre i 1000 cavalli di potenza (750 kW) nelle prove corte di
qualificazione. Il dinamometro della BMW, che riusciva a misurare i
1000 cavalli, era incapace di rilevare la misura di potenza dei loro
motori da qualifica - Paul Rosche ne stimava una largamente superiore
ai 1300 cavalli. Dopo il primo consumo di combustibile la spinta dei
motori turbo era limitata e venne così ridotta –
dalle 4-bar del 1987 alle 1.5-bar nel 1988 – per il 1988 i
turbo erano soltanto di poco più potenti delle leggere
vetture atmosferiche a 3.5 litri che erano state introdotte
l’anno precedente. I primi motori turbo videro anche
l’introduzione del rifornimento nella serie, ma questa
pratica venne vietata nel 1984.
DOMINIO DI MCLAREN E WILLIAMS
Con le controversie lasciate definitivamente alle spalle, le scuderie
di Formula 1 fiorirono con il resto degli anni ’80 e i primi
anni ‘90. Malgrado l’oppressivo dominio di due
squadre — McLaren e Williams — questo periodo
è visto dagli osservatori come uno dei più
luminosi nei 50 anni di storia della F1.
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