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 - Ayrton Senna

















Juan Manul Fangio da molti considerato il più grande pilota di Formula 1 di tutti i tempi

 aveva uno stile di guida preciso ma allo stesso tempo spettacolare

oltre che una profonda conoscenza della meccanica essendo stato coinvolto nel settore delle riparazioni fin da ragazzino.
 Corridore completo, seppe distinguersi anche in competizioni a ruote coperte, da ricordare i suoi numerosi piazzamenti
alla Mille Miglia, la vittoria alla Carrera Panamericana nel 1954, al Nürburgring nel 1955 e alla 12 Ore di Sebring nel 1956 e nel 1957.


La storia di Juan Manuel Fangio
Il 24 giugno 1911 di un secolo fa nasceva da genitori italiani a Balcarce, in Argentina, Juan Manuel Fangio,
considerato insieme a Tazio Nuvolari, che però visse un'altra epoca delle corse, "il" pilota. Soprannominato "
El Chueco",
 lo storpio, per via delle gambe arcuate, ma anche "
El Maestro", semplicemente perché era il migliore,
regalò i primi titoli iridati in Formula 1 a quattro marche:
Alfa Romeo, Ferrari, Maserati e Mercedes-Benz.
Prima che arrivasse Michael Schumacher è stato il pilota più titolato in Formula 1 e il solo a vincere per quattro stagioni di seguito,
 dal '54 al '57, ma rimane l'unico a poter vantare una vittoria ogni due gare. Anche il Kaiser 46 anni dopo lo ha ammesso:
 "Non si può fare minimamente un paragone"
.


Luciano Pavarotti e Juan Manuel Fangio





MONACO - 20 maggio: David Coulthard, membro di Laureus Academy Emerson Fittipaldi, Principe Alberto di Monaco e Niki Lauda
 il 20 maggio 2003 alla presentazione di una statua di Juan Manuel Fangio all'angolo di Rascasse a Monaco.




 


LOUIS ARMSTRONG ~ When You`re Smilin`~

F1 Tribute Juan Manuel Fangio



Juan Manuel Fangio


Gli esordi in Argentina

L'esordio nel mondo delle competizioni motoristiche avvenne il 25 ottobre 1936. Fangio al volante di una vettura Ford A che pare fosse stata in precedenza utilizzata come taxi, prese parte al Premio Circuito de Benito Juárez. Dopo essersi qualificato in settima posizione fu costretto al ritiro in seguito ad un guasto meccanico mentre si trovava al terzo posto; la corsa fu funestata da un grave incidente in cui l'auto guidata da Juan Estanyo, capovolgendosi in seguito ad una sbandata, uccise il co-pilota Armando Tesone. La seconda corsa non fu più fortunata, Fangio arrivato in ritardo alla partenza si inserì nel gruppo con un giro di ritardo e venne in seguito squalificato e costretto a fermarsi.

Nel 1939 iniziò a partecipare anche a competizioni su strada e fu nel 1940 che, proprio in una di queste corse, il Gran Premio Internacional del Norte, conquistò la sua prima vittoria al volante di una Chevrolet coupé. La competizione durò due settimane su un percorso di più di novemila chilometri, Fangio concluse con il tempo di 109 ore e 35 minuti e con più di un'ora di vantaggio sul secondo classificato, Daniel Musso.. Nel 1941 arrivarono altre due vittorie su strada, la prima in Brasile nel Premio Presidente Getulio Vergas, la seconda nella Mille Miglia Argentina. Dopo una sosta forzata a causa della guerra, nel 1946 Fangio tornò a correre anche in corse a ruote scoperte cogliendo i primi buoni piazzamenti con due secondi posti.

Nel 1947 conquistò la prima vittoria al volante di una monoposto al Gran Premio della Città di Rosario. Nel corso dell'anno si aggiudicò altre due prove di Formula Libre e una su strada. Nel 1948 arrivarono altre due vittorie in formula libera e due in competizioni su strada, per la prima volta poi Fangio partecipò a una corsa europea, in Francia prese parte a bordo di vetture Simca-Gordini al Gran Premio di Reims, prese il via sia alla corsa di Formula 2 sia a quella di Formula 1 ma fu costretto al ritiro per problemi meccanici in entrambe le competizioni.

Alla fine dell'anno prese parte alla prova di Turismo de Carretera denominata Gran Premio dell'America del Sud, una maratona automobilistica della durata di quasi tre settimane su un percorso di 9500 chilometri. Fangio fu protagonista di un terribile incidente nel corso della settima tappa, la sua Chevrolet uscì dal tracciato cappottandosi numerose volte, il pilota argentino riportò ferite al collo mentre il suo copilota, Daniel Urrutia fu catapultato fuori dall'abitacolo, riportando gravi fratture al cranio e alle vertebre cervicali e morendo poche ore dopo nel vicino ospedale di Obrero dove entrambi erano stati ricoverati. Sebbene profondamente scosso dalla perdita dell'amico Fangio decise alla fine per il proseguimento della sua carriera agonistica.

L'avventura europea

Il 1949: i primi successi

Nel 1949 Fangio ritornò in Europa e questa volta i risultati furono straordinari, si aggiudicò infatti in rapida successione il Gran Premio di San Remo, quello di Pau, quello di Perpignan e infine quello di Marsiglia. Avrebbe dovuto partecipare anche alla Mille Miglia tra i favoriti ma la sua Simca non arrivò in tempo dalla Francia. Si ritirò nelle due corse successive il Gran Premio di Roma di Formula 2 e il Gran Premio di Bruxelles di Formula 1, mentre il successivo Gran Premio dell’ Autodromo di Formula 2 a Monza avrebbe visto la sua consacrazione definitiva, infatti sul circuito brianzolo, approfittando di un guasto meccanico subito da Ascari a poche tornate dalla fine mentre si trovava al comando, si aggiudicò il quinto successo stagionale.

Al successivo appuntamento di Reims, Fangio partecipò sia alla corsa di Formula 2 in cui fu costretto al ritiro per un guasto mentre era al comando lasciando la vittoria ad Ascari, sia al Gran Premio di Formula 1 ma anche questa volta si dovette ritirare per un cedimento meccanico. Sul finire della stagione si fecero sempre più insistenti le voci di un ritorno dell'Alfa Romeo alle competizioni e Fangio fu indicato dalla stampa come sicuro pilota della rinnovata scuderia. Le nuove vetture che avrebbero dovuto debuttare al Gran Premio d'Italia non vennero comunque ritenute ancora a punto dai vertici della casa e l'esordio venne quindi rimandato alla stagione successiva.

Le stagioni del Mondiale

Il 1950

Le corse in Argentina

La stagione motoristica incominciò con quattro gare in Argentina, alle quali presero parte la grande maggioranza dei piloti europei. Il 18 dicembre 1949 si disputò il Gran Premio Peron sul circuito di Palermo, Fangio nonostante un incidente in prova in cui danneggiò lievemente la sua Ferrari 166 F2 andando a sbattere contro un albero, partì dalla prima fila, alle spalle di Villoresi e Ascari. In gara riuscì a guadagnare una posizione, concludendo la gara al secondo posto dietro ad Ascari. Il tifo dei fans argentini per il loro idolo raggiunse livelli altissimi e si registrano anche alcuni episodi di ostilità verso i piloti italiani, fortunatamente subito rientrati.

Tale entusiasmo produsse però situazioni anche molto pericolose, un'invasione di pista al termine della gara rischiò di tramutarsi in tragedia quando il Principe Bira travolse la folla festante dopo aver tagliato il traguardo, fortunatamente non si registrano feriti gravi. Il 9 gennaio 1950 si disputò poi il Gran Premio Evita Perón, la prima fila fu identica a quella di dicembre ma a posizioni invertite con Fangio in pole davanti ad Ascari e Villoresi. Il pilota argentino prese subito il comando della corsa ma un consumo irregolare degli pneumatici lo costrinse a diverse soste ai box lasciando il successo a Villoresi. La successiva corsa a Mar del Plata vide Fangio protagonista di un brutto incidente insieme a Villoresi, quest'ultimo ruppe lo sterzo e urtò la vettura dell'argentino ad alta velocità provocandone il ribaltamento.

Fortunatamente entrambi i piloti uscirono illesi dalla carambola ma la stampa argentina accusò Villoresi di avere provocato intenzionalmente l'incidente per favorire il successo di Ascari. Nei giorni successivi fu lo stesso Fangio a scagionare completamente il pilota della Ferrari da qualsiasi responsabilità. La stagione sud americana si concluse con il Gran Premio della Città di Rosario. Fangio partì dalla pole position e condusse la gara fin dalle prime battute ma al 13º giro, mentre si trovava al comando con ampio margine sul secondo, andò a sbattere contro le balle di paglia poste a protezione del pubblico; alcuni spettatori rimasero feriti in modo lieve mentre il pilota, uscito completamente incolume dall'incidente, fu costretto ad abbandonare la corsa lasciando il successo a Villoresi. Il bilancio complessivo nelle quattro corse di casa non fu certo incoraggiante ma il pilota argentino aveva comunque dimostrato di poter competere ad armi pari con i migliori piloti europei a parità di mezzo meccanico e l'arrivo delle nuove Alfa Romeo avrebbe sicuramente potuto spostare in modo deciso gli equilibri delle corse.




Juan Manuel Fangio guida una Ferrari a Monza, 1949


chev39     Galvezar 1949
1949 -  Fangio su Chevrolet  Nel 1949 Fangio in Argentina  garaggia in monoposto 


1949 Juan Manuel Fangio Gran Premio di Francia  (Maserati 4clt48)



Francia    Gran Premio di Pau 1950
Gara extra Campionato


 
Il circuito di Pau

Data 10 aprile 1950
Nome ufficiale XI Gran Premio di Pau
Luogo Circuito di Pau, Francia
Percorso 2,769 km / 1,720 US mi
Circuito stradale
Distanza 110 giri, 304,590 km/ 189,263 US mi
Risultati

Pole position

Giro più veloce
Argentina  Juan Manuel Fangio Argentina   Juan Manuel Fangio
Maserati in 1:43.1
Maserati in 1:42.8

Podio
1. Argentina   Juan Manuel Fangio
Maserati
2. Italia Luigi Villoresi
Ferrari
3. Francia Louis Rosier
Talbot-Lago

Il Gran Premio di Pau 1950 è stata una gara di Formula 1 extra-campionato tenutasi il 10 aprile, 1950 sul Circuito di Pau, a Pau, in Francia.
La corsa, disputatasi su un totale di 110 giri, è stata vinta dall'argentino Juan Manuel Fangio su
Maserati 4CLT/48.
È stata la prima gara della Stagione di Formula 1 1950, e si è disputata in concomitanza con il Richmond Trophy.





Il primo Campionato del Mondo di Formula 1

Il 13 maggio esordì, sul Circuito di Silverstone e al volante di una Alfa Romeo 158, nel Campionato del Mondo di Formula 1 organizzato quell'anno per la prima volta; la corsa fu caratterizzata da un acceso duello con il compagno di squadra Nino Farina. Fangio cercò di avvantaggiarsi sul rivale anticipando la sosta per il rifornimento, ma ripartì dai box prima che i meccanici avessero completato il rabbocco dell'olio: il motore non resistette a lungo e l'argentino fu costretto al ritiro a otto giri dal termine, mentre si trovava in seconda posizione, per il cedimento di una valvola. Il secondo appuntamento iridato a Monaco si rivelerà decisamente più fortunato, Fangio partito dalla pole position prese subito la testa della corsa, riuscendo così a evitare di rimanere coinvolto nell'incidente del primo giro che mise fuori gioco nove vetture e tra gli altri i compagni di squadra Farina e Fagioli e il connazionale José Froilán González. L'incidente fu causato da uno sbandamento di Farina che nel dopo gara accusò proprio l'argentino di non aver lasciato lo spazio necessario al sorpasso, provocando la carambola.

Fangio non si lasciò sfuggire l'occasione e conquistò una facile vittoria davanti alla Ferrari di Ascari e la Maserati del pilota di casa Louis Chiron, andando ad agganciare Farina al comando della classifica iridata. Il successivo appuntamento a Bremgarten in Svizzera vide Fangio partire nuovamente dalla pole ma la gara venne condotta dal compagno di squadra Farina, il pilota argentino si travava comunque saldamente in seconda posizione quando, a otto giri dal termine, si ruppe il motore della sua alfetta costringendolo al ritiro. Il 18 giugno si corse poi il Gran Premio del Belgio sul Circuito di Spa. Fangio conquistò il suo secondo successo iridato davanti a Fagioli e il francese Rosier, Farina attardato da un problema al motore negli ultimi giri si piazzò in quarta posizione realizzando il giro più veloce in gara.

La penultima prova del mondiale si disputò sul Circuito di Reims e Fangio realizzò un week end perfetto conquistando pole vittoria e giro più veloce in gara, il contemporaneo ritiro di Farina per un guasto alla pompa di benzina proiettò il pilota argentino in testa alla classifica mondiale. Tutto si decise quindi sulla pista di Monza nel Gran Premio d'Italia Fangio partito dalla pole accusò noie meccaniche sulla sua Alfa e salì su quella del compagno Taruffi, nel tentativo di rimonta realizzò il giro più veloce della corsa ma un ulteriore guasto lo costrinse al definitivo ritiro lasciando così a Farina la vittoria del Gran Premio e del Titolo mondiale. Da sottolineare come la Direzione corse dell'Alfa Romeo per garantire ai due piloti l'assoluta uniformità di trattamento fece estrarre a sorte dagli stessi protagonisti i numeri delle auto a loro assegnate.



               
28 agosto 1950: il pilota argentino Juan Manuel Fangio (1911-1995), nella sua Alfa Romeo, durante l'International Trophy Race a Silverstone.

 


Fangio Monza 1950

Juan Manuel Fangio - Alfa Romeo - Silverstone, British Grand Prix - 1950.
   



Juan Manuel Fangio (Alfa Romeo 158) celebra la vittoria, Gran Premio di Monaco 1950.


Il Gran Premio di Monaco del 1950 fu il secondo round del Campionato Mondiale Piloti della stagione 1950 di Formula 1 e la sesta gara complessiva di quell'annata, disputata il 21 maggio sul Circuito di Montecarlo soltanto a una settimana di distanza dalla precedente.

La gara vede una pronta rivincita del pilota argentino Juan Manuel Fangio (sua prima vittoria in Formula 1), che la domina in un fine settimana contrassegnato dall'incidente durante le prove del sabato ad Alfredo Pián, che si frattura una caviglia e fa sospendere la sessione, e durante la gara l'improvvisa ondata del primo giro alla curva del Tabaccaio che elimina in un colpo solo una decina di concorrenti. È la gara dove fanno il loro debutto le Ferrari (che, grazie ad Ascari, si aggiudicherà il primo podio) e dove gareggia il primo pilota statunitense in Formula 1, Harry Schell, che guida per la prima volta in un Gran Premio una Cooper a motore posteriore.

Gara - Dopo due sessioni di qualifica, come da tradizione al giovedì e al sabato, dove Charles Pozzi, Yves Giraud-Cabantous, Pierre Levegh e Clemente Biondetti non partono, la griglia di partenza viene condizionata pesantemente dal grave incidente occorso all'argentino Alfredo Pián il quale, a causa di una macchia d'olio, va a sbattere contro la tribuna con la Maserati fratturandosi una caviglia, e non prenderà più parte a una gara di Formula 1. La sessione del sabato viene sospesa definitivamente e le posizioni vengono stabilizzate ai cinque migliori tempi ottenuti nella prima sessione di prove: dalla sesta in avanti i tempi della seconda sessione. Questo sistema penalizzerà soprattutto Luigi Villoresi che, pur avendo ottenuto il secondo tempo assoluto, partirà dalla terza fila in sesta posizione.

Al primo giro della gara si verifica un rovinoso incidente multiplo quando un'ondata improvvisa invade la curva del Tabaccaio. Fangio, già in testa, riesce a evitarla e Nino Farina in quel momento in seconda posizione, si scontra con la Maserati di González che prende fuoco. L'argentino riesce in breve tempo a uscire dalla vettura con qualche ustione, e altri piloti, tentando di evitare le due vetture, effettuano collisioni tra loro. Luigi Fagioli, in quinta posizione, sterza bruscamente, andando in testacoda e viene urtato dal sopraggiungente Louis Rosier. Nella carambola si ritirano complessivamente dieci piloti (tra un parco partenti di 19). Soltanto Fangio riesce a evitarla restando in testa alla gara. Luigi Villoresi viene attardato in maniera irreparabile al secondo giro dalla pista ostruita dalle vetture incidentate. Escono subito di scena due grandi protagonisti del Gran Premio di Gran Bretagna, Farina e Fagioli, mentre Villoresi tenta una rimonta portandosi, al 55º giro, a 32 secondi da Fangio, prima di arrendersi al 63º giro per problemi alla trasmissione. Prima, al 36º giro, si era ritirato anche Philippe Étancelin per una perdita d'olio.

Alla fine Juan Manuel Fangio, dopo avere doppiato tutti, e senza grandi problemi, riesce a conquistare la sua prima vittoria in Formula 1, raggiunge Farina in testa alla classifica con 9 punti e ottiene il primo “Grand Chelem” della storia: pole position, fastest lap, vittoria della gara condotta sempre in testa. Con la media oraria di 98.7 km/h, è il Gran Premio più lento di sempre. La Ferrari 125 non si è dimostrata all'altezza delle Alfa Romeo, e già Enzo Ferrari comincia a pensare ad una vettura tutta nuova, con motore aspirato.


 


Gran Premio del Belgio 1950

Juan Manuel Fangio  - Eau Rouge.

Il Gran Premio del Belgio del 1950 fu la quinta prova del Campionato Mondiale Piloti di Formula 1 disputato il 18 giugno 1950 sul Circuito di Spa-Francorchamps nella sua versione completamente stradale e molto veloce di 14 km. La gara si svolse due settimane dopo il Gran Premio di Svizzera 1950 e vi parteciparono soltanto 14 concorrenti. La situazione della corsa precedente viene completamente ribaltata: le qualificazioni saranno appannaggio del pilota italiano Farina, ma la gara sarà vinta dall'argentino Fangio, con Fagioli che si piazza ancora una volta in seconda posizione e Rosier in terza. Nino Farina, con il quarto posto, guadagna punti importanti nella corsa al titolo mondiale.
Gara - Farina e Fangio come al solito, sono i più veloci nella sessione di qualifiche con Fagioli impossibilitato a tenere il loro passo. Sommer resta davanti alla Ferrari con la sua vecchia Talbot-Lago. La gara ha una svolgimento pressoché simile. Le Alfa Romeo fanno corsa a sé e nei primi cinque giri ottengono un vantaggio tale che dai box viene impartito l'ordine di rallentare. Sommer gareggia con le due Ferrari. Quando le Alfa si fermano per il rifornimento, al 12º e 13º giro, Raymond Sommer prende il comando della corsa. Il francese decide di forzare nel tentativo di conseguire il maggiore vantaggio possibile prima del suo turno per il rifornimento, ma al 20º giro è costretto al ritiro per rottura del motore. In precedenza, al 2º giro si era ritirato Giraud Cabantous ancora per il motore, e al 15º giro Etancelin per surriscaldamento. Due giri più tardi si ritira anche Chaboud. Ascari prende il comando ma deve fermarsi subito per il rifornimento e le Alfa tornano ancora a dominare con Fangio a condurre davanti a Farina e Fagioli. Farina soffrì di problemi alla trasmissione nei giri finali e chiuse al quarto posto dietro la migliore Talbot-Lago classificata, guidata da Rosier. Ascari finisce quinto. Luigi Villoresi si classifica al sesto posto: dapprima attardato da continue soste ai box per problemi alle candele, negli ultimi giri, complice la pioggia, non può completare la gara insieme a Levegh, Crossley, Claes e Branca a causa dell'invasione di pista da parte del pubblico. Con la vittoria Fangio si porta a 17 punti, ma Farina con i tre punti della gara e il punto supplementare del giro veloce mantiene la testa con 23 punti. Fagioli con il terzo secondo posto supera l'argentino di un solo punto portandosi a 18 punti. La lotta per il titolo mondiale è sempre più un affare privato tra i tre piloti di punta dell'Alfa Romeo.


Francia Gran Premio di Francia 1950
6º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 6 di 7 del Campionato 1950
Circuito di Reims-Gueux
Circuito di Reims-Gueux
Data 2 luglio 1950
Percorso 7,815 km / 4,856 US mi
1 Argentina Juan Manuel Fangio Alfa Romeo 2h 57:52.800

Il Gran Premio di Francia 1950 si è disputato il 2 luglio 1950 sul circuito di Reims-Gueux, su una distanza di 64 giri,
per un totale di km 500,160 (64 giri x 7,815 km).

A questa penultima prova del campionato, partecipano 18 piloti, alla guida di 7 Talbot-Lago T26C, 6 Maserati 4CLT, 3 Alfa Romeo 158, 1 Simca-Gordini T15, ed 1 Ferrari 125 privata. La casa modenese, infatti, non soddisfatta della prestazione della "275" aspirata nel precedente Gran Premio del Belgio, sta studiando un nuovo motore, che si riserva di fare debuttare nel Gran Premio d'Italia, a Monza, ultima gara prevista per questo 1º anno di Formula 1.

Al via, è Farina a prendere il comando, seguito da Fangio e da Fagioli, e già si profila la solita lotta in famiglia tra i "3F", ma, al 17º giro, un guasto alla pompa della benzina, costringe il pilota torinese a fermarsi ai box, dando così la possibilità, a Fangio, di portarsi in testa. Purtroppo, la sosta si protrae più del previsto; Farina perde due giri, e quando torna in pista è in settima posizione. Non è una giornata fortunata per il pilota italiano e dopo qualche giro è costretto a fermarsi nuovamente per lo stesso problema. Ma Farina non demorde, e, tornato in gara in quinta posizione, alle spalle dei due ormai imprendibili compagni di squadra, di Whitehead (3º) e di Manzon (4º), spinge al massimo, inanella una serie di 4 giri veloci, e conquista il 3º posto, ma, dopo soli due giri, è costretto a fermarsi definitivamente lungo il percorso.

Il primato di Fangio, fuori Farina, non è mai stato messo in forse, ma il pilota argentino vuole dare una prova di forza, e, nelle fasi finali, marca il giro più veloce, aggiudicandosi, per la seconda volta in questo mondiale (la prima era successo nel GP di Monaco) una fantastica tripletta: Pole Position, vittoria finale, e giro veloce. Alla vigilia di Monza, ultima gara del mondiale, ciascuno dei magici "3F" ha la possibilità di vincere il titolo, ed il favorito è Fangio, che ha 4 punti di vantaggio su Farina.





Il 1951: Il primo alloro iridato

La stagione vide Fangio esordire senza successo in alcune gare extra-campionato ma al primo appuntamento iridato in Svizzera, sul circuito di Bremgarten, centrò anche il primo successo stagionale mantenendo la prima posizione conquistata in qualifica guidando autorevolmente la corsa sotto una pioggia torrenziale, il suo rivale dell'anno precedente Farina fu terzo mentre Ascari che si sarebbe rivelata la minaccia maggiore per il titolo fu solamente sesto. Al successivo appuntamento in Belgio, Fangio partì nuovamente dalla pole e si divise il comando della corsa con il compagno di squadra Farina fino al secondo rifornimento quando subì un problema al cambio di una gomma che gli fece perdere quasi quindici minuti e lo relegò nelle retrovie lontano dalla zona punti. La corsa fu vinta da Farina davanti ad Ascari e Villoresi le cui Ferrari iniziavano a insidiare le prestazioni delle Alfa.

Il weekend successivo Fangio tentò nuovamente l'avventura alla 24 Ore di Le Mans questa volta a bordo di una Talbot T26SC e con compagno di guida Louis Rosier vincitore per la casa francese della corsa l'anno precedente. Un guasto meccanico lo costringerà al ritiro. Ben diversa fu la sorte al successivo appuntamento iridato di Reims, Fangio infatti, nonostante sia stato costretto in un primo momento a ritirarsi per il cedimento del motore, prese il posto del compagno di squadra Fagioli e vinse in rimonta davanti ad Ascari, giunto secondo sull'auto ricevuta da Gonzalez. La successiva corsa di Silverstone entrerà nella storia per il primo successo di una vettura Ferrari, José Froilán González spezzerà infatti una egemonia Alfa Romeo che durava da 10 Gran Premi. Grazie al secondo posto conquistato, la classifica iridata vedeva a questo punto della stagione Fangio nettamente al comando con 21 punti davanti a Farina staccato di 6 lunghezze.

La seguente prova di campionato, sul circuito del Nürburgring confermò l'inversione di tendenza vista nella corsa inglese, con Ascari che conquistò la prima pole position per la Ferrari davanti a Fangio, l'argentino consapevole del fatto che le vetture modenesi, grazie a un consumo di carburante nettamente inferiore, si sarebbero fermate una sola volta ai box, cercò di spingere al massimo fin dai primi giri, ma si dovette accontentare della seconda posizione finale e della realizzazione del giro più veloce in gara. Fangio incrementò comunque il suo vantaggio sul suo rivale più prossimo in classifica mondiale che dopo la corsa tedesca era diventato il milanese Ascari distaccato di 11 lunghezze. Si giunse così al penultimo appuntamento del mondiale sulla pista di Monza, a Fangio sarebbe bastato un buon piazzamento per aggiudicarsi il suo primo titolo mondiale. Il week-end cominciò bene con la conquista della pole davanti a Farina, ormai fuori dalla corsa per il titolo, e con quasi due secondi di vantaggio sul terzo tempo di Ascari. La corsa si rivelerà però ben diversa, nei primi giri Fangio e Ascari si alternarono al comando fino alla prima sosta del pilota argentino che, costretto a forzare per recuperare, ruppe il motore della sua Alfa consentendo così all'uomo di punta della Ferrari di accorciare decisamente le distanze nella classifica iridata: Fangio 28 punti, Ascari 25.

L'ultimo appuntamento del mondiale si corse sul circuito di Pedralbes e si sarebbe rivelato trionfale per il pilota argentino, infatti nonostante la conquista della pole con netto margine Ascari e la Ferrari optarono per un tipo di gomme che si sarebbe rivelato inadeguato al severo tracciato spagnolo, lasciando così vittoria e titolo iridato a Fangio. Sul finire della stagione l'Alfa Romeo annunciò inaspettatamente l'addio alle competizioni motoristiche e Fangio firmò per la stagione successiva un contratto con la Maserati ma si dimostrò anche interessato al progetto sportivo della scuderia inglese BRM per la quale firmò un contratto esclusivo per la guida di vetture di Formula 1 ma che lo lasciava libero di correre per altri team nel Campionato Mondiale che si sarebbe disputato quell'anno secondo le regolamentazioni della Formula 2.




Alfa Romeo 159 'Alfetta'

L'Alfa Romeo 159 (o, se si intende l'esemplare usato al Goodwood Festival of Speed, Alfetta Tipo 159) deriva dalla Alfa Romeo 158, dominatrice dei Grand Prix dal dopoguerra a tutto il 1950, e, della sua illustre antenata, riprende l'impostazione generale, tranne che per la sospensione posteriore, che è ora del tipo De Dion, soluzione complessa e costosa, ma che i tecnici della casa milanese ritengono necessaria per potere scaricare a terra tutta la potenza del motore, che è notevolissima.

Basti pensare che al suo debutto ufficiale, nel Gran Premio d'Italia del 3 settembre 1950 (ultima gara del mondiale 1950 di Formula 1), il motore, un 8 cilindri in linea di 1500 cm³, alimentato con un compressore volumetrico Roots a due stadi, sviluppa ben 425 cavalli, a 9.300 giri/minuto, che arriveranno a 450 a 9.500 giri/minuto nel Gran Premio di Spagna, ultima e decisiva prova del mondiale 1951 di Formula 1. Anche gli altri numeri di questa monoposto sono da record: il peso è di soli 710 kg, il rapporto peso/potenza, al debutto, è di 1,67 kg/cv, la capacità dei serbatoi, con l'adozione di due serbatoi laterali supplementari è di 300 litri (ma si giungerà anche ai 320 litri, nel Gran Premio di Gran Bretagna, ed ai 350 litri del Gran Premio del Belgio), la velocità di punta è di 305 km/h. Anche il consumo di carburante era da record: l'Alfa Romeo 159 percorreva 580 metri con un litro.

L'Alfa Romeo 159 debutta ufficialmente nel XXI Gran Premio d'Italia del 3 settembre del 1950, con alla guida Nino Farina, che vincerà sia il Gran Premio, sia il titolo mondiale, e Juan Manuel Fangio, che, invece, non giungerà al traguardo. È su questa vettura che l'Alfa gioca le sue carte nel mondiale 1951 di Formula 1, per contrastare una Ferrari sempre più forte, ed i fatti daranno ragione ai tecnici milanesi.

L'Alfa Romeo 159, infatti, si aggiudica i primi 3 Gran Premi del mondiale 1951 di Formula 1, e cioè, il Gran Premio della Svizzera del 27 maggio, con Juan Manuel Fangio, il Gran Premio del Belgio, del 17 giugno, con Nino Farina, ed il Gran Premio di Francia del 1º luglio, ancora con Fangio. Si aggiudicherà, infine, anche l'ultimo Gran Premio di quell'anno, e cioè, il Gran Premio di Spagna del 28 ottobre. Da notare che in tutti e 7 i Gran Premi di quell'anno (non considerando la 500 Miglia di Indianapolis) l'Alfa 159 si aggiudica il giro più veloce in gara, 5 volte con Fangio, e 2 volte con Farina, dimostrando notevolissime doti velocistiche e di guidabilità.

Altri Gran Premi vinti nel 1951, ma non validi per il mondiale, sono: il V Ulster Trophy del 2 giugno, con Farina; il V Gran Premio di Bari del 2 settembre, con Fangio, ed il IV Goodwood Trophy del 29 settembre, ancora con Farina.

L'Alfa Romeo 159 lascia un segno indelebile nella storia della Formula 1, perché è stata l'auto alla cui guida il leggendario Fangio si è aggiudicato il suo 1º titolo mondiale, ed infine, perché, al termine della stagione 1951, l'Alfa Romeo, ormai paga dei risultati ottenuti, ma, soprattutto, impegnata nel rilanciare la propria produzione di vetture di serie, decide di ritirarsi dalla Formula 1. Vi rientrerà 20 anni dopo, nel 1971, con una esperienza brevissima e non fortunata di fornitrice di motori (il motore 8 cilindri a V della vettura sport Alfa Romeo 33/3) alle March 711 di Andrea De Adamich e Nanni Galli. Ma il vero rientro ufficiale della casa milanese nel mondo della Formula 1 porta la data del 26 ottobre 1975, quando, sulla pista sperimentale di Balocco, verrà presentata alla stampa la Brabham-Alfa Romeo BT45.



Il 1951 è l'anno del riscatto per il pilota argentino: l'Alfa Romeo prepara per la stagione la "159",
 un semplice aggiornamento della già potentissima Alfetta.


Gran Premio di Svizzera 1951
Il Gran Premio di Svizzera 1951 è stata la prima prova del Campionato mondiale di Formula 1 1951; si è svolto sul circuito di Bremgarten
 il 27 maggio 1951 sulla distanza di 42 giri, per un totale di 305,76 km.


1 Argentina Juan Manuel Fangio Alfa Romeo SA Alfa Romeo 2:35.9
Il secondo mondiale di Formula 1, prevede due gare in 3 giorni, la prima in Svizzera il 27 maggio e la seconda ad Indianapolis, mercoledì 30 maggio.
Quest'anno c'è grande attesa per la sfida tutta italiana tra le Alfa Romeo e le Ferrari, pronte a darsi battaglia.
In qualifica non c'è storia: le Alfa a Bremgarten sono più veloci nonostante Villoresi qualifichi la sua Ferrari in prima fila dietro a Fangio e Farina. Dietro di loro nella griglia 3-2-3 c'erano Sanesi e de Graffenried (entrambi su Alfa). Piove in gara e Fangio va in testa, seguito da Farina.
Piero Taruffi, pilota della Ferrari, sorpassa alcuni avversari fino a giungere terzo e lottare per la testa. Fangio entra ai box ma Farina ha deciso di non fermarsi e continuare ma Fangio è più veloce, ritornando primo e vincendo con più di un minuto su Taruffi, che riuscì come l'argentino a superare Farina. Sanesi e de Graffenried finiscono quarto e quinto con Ascari, che era convalescente dalle ustioni subite in una gara di Formula 2 a Genova il weekend precedente, sesto. Il 7º posto doveva andare a Stirling Moss al volante della HWM di F2 ma finì la benzina all'ultimo giro facendosi sorpassare dal monegasco Louis Chiron su Maserati.


Juan Manuel Fangio, su Alfa Romeo, festeggiato per la sua vittoria.



Il GP di Francia fu la quarta prova del Mondiale 1951 e vide un quartetto di Alfa Romeo 159 contro tre Ferrari 375 e la Ferrari Thinwall Special. In aggiunta la Gordini portò 4 vetture al GP di casa. Alfa Romeo riportò in pista Luigi Fagioli mentre José Froilán González guidò una Ferrari per la prima volta. In qualifica Fangio e Farina su Alfa furono più veloci, con la Rossa di Ascari terza a chiudere la prima fila. In partenza Ascari andò in testa con Fangio dietro. Entrambi si ritirarono presto e Villoresi ebbe dei problemi avvantaggiando Farina, autore di una pessima partenza. González e Fagioli gli stavano dietro. Al suo pit-stop Fagioli lasciò la vettura a Fangio e González fu rimpiazzato da Ascari.
Questo non preoccupò Farina che rimase in testa fino al secondo pit-stop, quando cominciò a soffrire di diversi problemi, lasciando così la vittoria a Fangio, in coppia con Fagioli (unica vittoria in carriera per il pilota italiano), con un minuto su Ascari che si aggiudicò il secondo posto assieme al compagno di squadra González; Villoresi concluse terzo a 3 giri. Parnell finì quarto riuscendo a piazzarsi davanti allo sfortunato Farina.

Due settimane dopo il Gp di Francia i team si ritrovano a Silverstone per il quinto round del Campionato con Alfa Romeo e Ferrari in continua lotta per il titolo, mentre la BRM fa il suo esordio in F1 con Reg Parnell e Peter Walker.

Nino Farina e Juan-Manuel Fangio erano affiancati da Consalvo Sanesi e Felice Bonetto mentre la Ferrari conferma José Froilán González accanto a Luigi Villoresi e Alberto Ascari, ma l'argentino dispone di una vettura e un motore più vecchio dei compagni di squadra. Questo non sembra però così importante perché è in pole position davanti a Fangio, Farina e Ascari tutti affiancati in prima fila. Villoresi, Sanesi e Bonetto si qualificarono con il 5º, 6º e 7º tempo.
Le BRM non segnarono tempi ma furono ammesse alla partenza. Bonetto fa la miglior partenza e rimane in testa per un giro ma poi deve lasciare strada ai più veloci González e Fangio. Al 10º Giro Fangio va in testa, ma la Ferrari dell'argentino rimane attaccato all'Alfa Romeo. Dopo 39 giri González torna in testa ma Fangio lo riattacca e lo risupera. Ascari, che si era ritirato, decise di lasciare continuare González visto la situazione dell'argentino. González riesce a ripassare davanti all'argentino dell'Alfa vincendo di 50" la gara, è la prima vittoria della Scuderia Ferrari in Formula 1, ed è la prima volta che l'Alfa Romeo non vince. Villoresi finì terzo a oltre due giri dai primi due.



Il Gran Premio di Spagna 1951 è stata l'ultima prova del Campionato mondiale di Formula 1 1951; si è disputato il 28 ottobre 1951
sul circuito di Pedralbes, e ha visto la vittoria di Juan Manuel Fangio su Alfa Romeo,
 davanti al connazionale José Froilán González su Ferrari e a Nino Farina su Alfa Romeo.


L'ultima gara del mondiale si disputa a Pedralbes, un circuito cittadino vicino a Barcellona con Alberto Ascari e Juan-Manuel Fangio entrambi bisognosi della vittoria per assicurarsi il titolo mondiale. La Ferrari e l'Alfa Romeo portano quattro vetture ciascuna con la Rossa che porta oltre ad Ascari, Luigi Villoresi, José Froilán González e Piero Taruffi; l'Alfa invece corre con Fangio, Nino Farina, Felice Bonetto e Toulo de Graffenried.
Ascari è in pole position davanti a Fangio, González e Farina tutti in prima fila. Dietro di loro compaiono Villoresi, de Graffenried e Taruffi.
Ascari alla partenza comanda davanti a González ma alla fine del primo giro González è già quinto superato da Farina, Fangio e Bonetto. Fangio facilmente passa Farina e passa Ascari al quarto giro. Il vantaggio aumenta giro per giro, la Ferrari paga la scelta di aver messo gomme meno larghe rispetto ai precedenti GP.
Fangio vince la corsa ed il mondiale con González secondo, Farina terzo ed Ascari soltanto quarto; questo fu l'ultimo gran premio che la scuderia milanese vinse nella sua storia in Formula 1.


Fangio vince la corsa ed il mondiale con González secondo, Farina terzo ed Ascari soltanto quarto;
questo fu l'ultimo gran premio che la scuderia milanese vinse nella sua storia in Formula 1.

 E' il primo titolo mondiale per il pilota argentino


Fiera campionaria di Milano  1951
IL pilota automobilistico Juan Manuel Fangio si sofferma presso uno stand
del padiglione della meccanica.

ALFETTA 159

Era una 1500 con ben 425 cavalli. 

Esternamente identica alla 158 a parte il doppio scarico laterale e il posteriore meno appuntito, se ne differenzia notevolmente a livello meccanico. Il piccolo 8 cilindri viene portato alla soglia dei 435cv a 9300giri con punte di 450 a 9500, a livello sospensivo si assiste all'introduzione del celebre ponte De Dion al posteriore, schema che personalmente ritengo il migliore mai creato.
Pilotata da Juan Manuel Fangio, vince il campionato del mondo di F1 nel 1951 (il primo, tra l'altro, di Fangio) facendo registare 313 km/h di velocità massima a Monza, dato che si commenta da solo. La 159 fu prodotta in soli 4 esemplari poichè venne uccisa dalla federazione che nell'anno successivo prevedeva di far correre solo vetture di F2, relegandola così alla storia.
Il miglior commento alla vettura è nelle parole di Fangio: "nel 1951 firmai per l'Alfa e con l'aereo atterrai in Italia. All'aereoporto c'era quell'ingegner Busso ad aspettarmi che mi prese e mi portò subito a provare la 159, mi pare a Modena. La prima cosa che pensai dopo il primo giro fu -Madre di Dio!-. Quell'auto era come una Dea dell'amore, richiedeva un po' attenzione e dava tutto per far felice un uomo, con una chassis agile e poco torcente. Quando passai alla Mercedes i tecnici tedeschi erano sempre molto preuccupati delle mie impressioni sul motore e mi chiedevano sempre -Come le pare il nostro motore signor Fangio?- e io tutte le volte scuotevo la testa e dicevo -Ho provato di meglio- lasciandoli molto perplessi. Nel mio stomaco e nel mio cervello c'era ancora quello dell'Alfetta...e c'è ancora.".






Caratteristica tecniche:
n° cilindri: 8 in linea anteriore - cilindrata: 1479, 58x70
distribuzione: Doch  2 valvole per cilindro
rapporto di compressione: (ho solo il dato della versione aspirata, provo a naso a ricavare quello della compressa) 12;5:1 quindi immagino +o- 7;5:1
alimentazione: un carburatore e compressore a doppio stadio (Alfa Romeo) - cambio: 4m+r
sospensioni: anteriori indipendenti con balestra trasversale, posteriore De Dion - peso: 620kg
Mi impressionano i dati sulla potenza:
435cv a 9300giri o 450 a 9600cv! da un 1500cc 2 valvole per cilindro e solo compressore
.




Il 1952: L'incidente di Monza


La stagione cominciò con una serie di gare di Formula Libre in Sud America, per la precisione tre in Brasile, 2 in Argentina e 2 in Uruguay, Fangio, a bordo di una Ferrari 166 si ritirò nella terza corsa carioca ma si aggiudicò tutti gli altri sei appuntamenti, realizzando la pole position in sei circostanze e facendo realizzare per quattro volte il giro più veloce. Inaugurò poi la stagione europea con un sesto posto al Richmond Trophy e partecipò per la seconda volta alla Mille Miglia cogliendo un deludente 22º posto al volante di un'Alfa Romeo 1900. Il 1952 vide la decisione da parte della FIA, visto l'abbandono delle competizioni da parte dell'Alfa Romeo, di assegnare il Titolo Mondiale Piloti secondo il regolamento di Formula 2, permettendo così ad un numero maggiore di scuderie la partecipazione al campionato. Ad Albi si disputò però una corsa riservata alle Formula 1 e Fangio vi partecipò con la nuovissima BRM T15 con motore v16.

Il pilota argentino realizzò la pole position ma i proverbiali problemi di affidabilità che afflissero la vettura inglese lo costrinsero al ritiro in gara. Stessa sorte il weekend successivo in Irlanda per l'Ulster Trophy, dopo aver rischiato un brutto incidente durante le prove urtando un marciapiede ad alta velocità ma riuscendo a mantenere il controllo del mezzo, fu costretto nuovamente al ritiro in gara per noie meccaniche. Il giorno successivo si sarebbe svolto a Monza il Gran Premio dell'Autodromo di Formula 2, Fangio non volle mancare all'appuntamento milanese e, perso l'aereo, guidò per tutta la notte, arrivando all'autodromo soltanto un'ora prima della partenza della gara. Il regolamento non gli avrebbe permesso di prendere parte alla competizione non avendo effettuato le prove obbligatorie ma gli altri piloti acconsentirono a che Fangio partisse dall'ultima fila. Il bisogno di rimontare e la stanchezza accumulata nel viaggio furono fatali al pilota argentino che commise un errore alla prima curva di Lesmo ed uscì di pista violentemente, capottando la vettura e venendo sbalzato fuori dall'abitacolo. Le condizioni generali non sembrarono all'inizio gravi ma una frattura alla vertebra cervicale lo costrinse ad un riposo assoluto nei mesi successivi mettendo in pratica fine alla sua stagione agonistica.








BRM Type 15 'V16'



Costruttore Regno Unito  BRM
Categoria Formula 1
Squadra BRM
Progettata da Peter Berthon
Descrizione tecnica
Meccanica
Telaio Tubolare
Motore 16 cilindri a V
Trasmissione Albero motore a 5 rapporti
Dimensioni e pesi
Lunghezza 4013 mm
Larghezza 1422 mm
Altezza 899 mm
Passo 2489 mm
Peso 737 kg
Risultati sportivi
Debutto International Trophy di Silverstone
Piloti Juan Manuel Fangio
Froilan Gonzales




   



Dopo un iniziale dubbio, alla fine il mezzo venne equipaggiato con un motore Rolls-Royce V16 1.5 da 525 cv di potenza abbinato ad un unico compressore e gestito da un cambio manuale a cinque rapporti. Il telaio era di tipo tubolare ed era avvolto da una carrozzeria in alluminio. Le sospensioni erano formate da due bracci longitudinali nella sezione anteriore e nella posteriore i due bracci erano accoppiati con un ponte DeDion. L'impianto frenante era costituito da quattro freni a tamburo.


Fangio dopo l'incidente di Monza del 1952


1953 Il Campionato del Mondo di Formula 1

Completamente rimessosi dall'infortunio di Monza Fangio debuttò nel mondiale nella corsa di casa a Buenos Aires su Maserati A6GCM ma fu costretto al ritiro per un guasto al differenziale, la corsa fu caratterizzata dal tragico incidente occorso al suo rivale nella lotta al titolo del 1950, Nino Farina. Il pilota della Ferrari per evitare un ragazzino che stava attraversando la pista fu costretto a scartare bruscamente e, perso il controllo della vettura, piombò in mezzo alla folla che assiepava i bordi del circuito. Il bilancio fu di nove morti e quindici feriti ai quali si aggiunsero altre due vittime provocate dall'autoambulanza che investì altri due tifosi risalendo il circuito contromano per raggiungere il luogo dell'incidente.

Nei due appuntamenti iridati successivi Fangio fu nuovamente costretto al ritiro, particolarmente sfortunata fu la corsa belga dove Fangio, partito dalla pole, ruppe il motore quando si trovava al comando della corsa, salito sulla vettura del compagno di scuderia Johnny Claes rimontò dalla quattordicesima posizione fino al terzo posto ma all'ultimo giro chiese troppo alla sua guida ed uscì violentemente di pista. Sbalzato fuori dall'abitacolo la macchina nelle sue capriole si fermò a pochi metri di distanza dall'argentino che se la cavò con delle escoriazioni e qualche contusione. Le successive tre gare in Francia, Inghilterra e Germania videro altrettanti secondi posti, due volte alle spalle di Ascari, ormai sicuro vincitore del titolo, e una alle spalle del vecchio rivale Farina.

Per la penultima prova del mondiale in Svizzera la Maserati si presentò con un nuovo motore decisamente più performante e Fangio realizzò la prima pole position della stagione. Problemi di affidabilità portarono però la scuderia a optare in gara per il vecchio propulsore; nonostante questa scelta conservativa Fangio fu comunque costretto a sostituire la vettura in corsa per un guasto e si dovette così accontentare del quarto posto finale in condivisione con Felice Bonetto. Si giunse quindi all'ultimo appuntamento iridato in Italia, sul Circuito di Monza che tanto gli era costato caro l'anno precedente. Fangio ingaggiò una lotta per la testa della corsa con Ascari e Farina fino all'ultimo giro quando in un tentativo di sorpasso di quest'ultimo nei confronti del milanese, Ascari andò in testa coda alla curva di porfido, Farina per evitarlo fu costretto a uscire di pista e Fangio riuscì a passare indenne andando a vincere il suo unico Gran Premio iridato della stagione e sancendo così il suo definitivo ritorno da protagonista nella massima serie automobilistica.




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Il Gran Premio di Albi 1953 è stata una gara extra-campionato di Formula 1 tenutasi il 31 maggio, 1953 ad Albi, in Francia. La corsa prevedeva due batterie qualificatorie di 10 giri, una per vettura di Formula 2 e l'altra per vettura di Formula 1, i primi sei classificati di ciascuna batteria si qualificavano per la finale, da disputarsi su un totale di 18 giri. La competizione è stata vinta dal francese Louis Rosier su Ferrari 375.




Monza - Juan Manuel Fangio e la compagna Andrea Beba Berruet


Gran  Premio d'Italia 1953
Gran Premio d'Italia 1953 nona ed ultima gara della stagione, disputata il 13 settembre all'Autodromo Nazionale di Monza
vinta da Juan Manuel Fangio su Maserati, seguito dai ferraristi Nino Farina e Luigi Villoresi.
In realtà, la gara fu riservata a vetture di Formula 2, come le altre valide per il mondiale 1952
(500 miglia di Indianapolis esclusa)


Alberto Ascari Ferrari 500 - J.M.Fangio Maserati A6GCM - Nino Farina  Ferrari 500 
Onofre Marimon Maserati A6GCM - Luigi Villoresi  Ferrari 500 - Mike Hawthom Ferrari 500

Partenza del Gran Premio : in prima fila da sinistra a destra Ascari, Fangio e Farina

La prima parte della gara vede una emozionante lotta a quattro tra Fangio, Ascari, Farina e Marimon. La gara è ricordata soprattutto per il rocambolesco finale: all'ultimo giro comanda Ascari, davanti a Farina e Fangio, ma all'ultima curva il pilota milanese commette un errore finendo in testacoda; Farina per evitarlo esce di pista, riuscendo comunque a recuperare e a chiudere la gara in seconda posizione. Fangio ottiene così un'insperata vittoria, la prima per lui dal Gran Premio di Spagna 1951 e la prima in assoluto per la Maserati in Formula 1.

Monza 13 settembre 1953 - Fangio regala alla Masarati il suo primo campionato  del mondo di formula 1



Il 1954: Il passaggio alla Mercedes


Il 1954 vide delle importanti novità dal punto di vista regolamentare, infatti il Titolo Mondiale Piloti sarebbe nuovamente stato assegnato secondo le regolamentazioni della Formula 1, con motori da 2500 cm cubici aspirati o da 750 cm cubici con compressore, soluzione quest'ultima totalmente ignorata dalle grandi case. Fangio, sebbene avesse firmato un contratto con la Mercedes, prese parte ai primi due appuntamenti della stagione al volante della nuova Maserati 250F grazie a una clausola espressamente voluta dal pilota argentino per evitare di perdere punti mondiali in attesa del debutto delle Frecce d'argento. Nel Gran Premio di casa in Argentina si impose davanti a Nino Farina e la sua nuova Ferrari 625 mentre nel Gran Premio del Belgio colse la seconda vittoria consecutiva davanti alla Ferrari di Maurice Trintignant. Il successivo Gran Premio di Francia vide finalmente l'esordio della nuova vettura Mercedes, la casa tedesca stupì il mondo della Formula 1 con la W196, una vettura con carrozzeria aerodinamica. Le prestazioni si dimostrarono subito eccezionali e Fangio conquistò pole position e vittoria (la terza consecutiva) davanti al compagno di squadra Karl Kling che si aggiudicò il giro più veloce della gara.

Il successivo appuntamento iridato si disputò in Gran Bretagna sul Circuito di Silverstone; Fangio conquistò nuovamente la pole position ma il peso aggiuntivo della carrozzeria carenata si dimostrò inadatto ai veloci curvoni del circuito britannico e il pilota argentino dovette accontenarsi della quarta posizione alle spalle delle Ferrari del connazionale Gonzalez e di Hawthorn e dell'amico Onofre Marimon. Quest'ultimo perse la vita in un tragico incidente occorsogli nelle prove per il Gran Premio di Germania sul circuito del Nürburgring. Nonostante la profonda amarezza per la scomparsa dell'amico Fangio portò al trionfo la sua Mercedes che per la prima volta si presentò in una versione a ruote scoperte ritenuta più adatta ai tortuosi saliscendi del circuito tedesco. Il successivo Gran Premio di Svizzera vide il quinto successo stagionale per Fangio e la matematica certezza del suo secondo titolo mondiale.

Il penultimo appuntamento iridato si corse sulla pista di Monza e vide per la prima volta in stagione il riproporsi del duello con Ascari, il pilota milanese aveva infatti saltato gran parte della stagione in attesa del debutto della nuova Lancia da Formula 1 ma aveva ottenuto una speciale deroga per correre con la Ferrari sul circuito di casa. Al comando della corsa si alternarono Fangio e Ascari con l'inaspettata intrusione di Stirling Moss su Maserati. Dopo il ritiro di Ascari per la rottura del motore il pilota inglese prese decisamente il comando della corsa e sembrava destinato al successo finale prima che anche il suo propulsore cedette di schianto consegnando il sesto successo a Fangio. La corsa di Moss non passò comunque inosservata e l'anno venturo sarebbe andato ad affiancare il pilota argentino alla guida della Mercedes. L'ultimo Gran Premio della stagione si corse in Spagna sul circuito di Pedralbes, Fangio condusse una corsa tranquilla e conquistò il terzo posto finale.



Inizia l'avventura delle Mercedes in F1

La leggenda delle Frecce d'Argento - 1954

Reims 1954 Gran Premio di Francia  - Alla  Mercedes w196 di Fangio fu assegnato il numero 18

Il Gran Premio di Francia 1954 fu la quarta gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 4 luglio sul Circuito di Reims.

La gara segnò il debutto in Formula 1 delle potentissime Mercedes-Benz W196 che dominarono ampiamente la corsa con Fangio ed il debuttante Karl Kling, classificatisi primo e secondo al termine della prova.

Chiuse il podio Robert Manzon su Ferrari. Solamente sei piloti portarono a termine l'evento.

Silverstone 1954 sul lungo rettilineo dopo le curve Chapel con la Mercedes W196





Belgio Gran Premio del Belgio 1954
35º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 3 di 9 del Campionato 1954
 
Il circuito di Spa-Francorchamps
Data 20 giugno 1954
Nome ufficiale XVI Grote Prijs van Belgie
Luogo Circuito di Spa-Francorchamps
Percorso 14,120 km
Distanza 36 giri, 508,320 km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Argentina Juan Manuel Fangio Argentina Juan Manuel Fangio
Maserati in 4'22.1 Maserati in 4'25.5
Podio
1. Argentina Juan Manuel Fangio
Maserati
2. Francia Maurice Trintignant
Ferrari
3. Gran Bretagna Stirling Moss
Maserati

Il
Gran Premio del Belgio 1954 fu la terza gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 20 giugno sul Circuito di Spa-Francorchamps.
La manifestazione fu vinta da Juan Manuel Fangio alla sua ultima gara dell'anno con la Maserati prima del passaggio alla Mercedes. Al secondo e terzo posto rispettivamente Maurice Trintignant su Ferrari e Stirling Moss su Maserati.
Nino Farina dopo aver battagliato tutta la gara con Fangio guidando con un braccio rotto è costretto al ritiro per problemi tecnici.
Lo svizzero Toulo de Graffenried prese parte all'evento con una Maserati A6GCM dotata di camera car per il film "The Racers".




J.M.Fangio e la sua compagna Beba - Silverstone 1954 Mercedes W196

Il Gran Premio di Gran Bretagna 1954 fu la quinta gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 17 luglio sul Circuito di Silverstone. La manifestazione vide la seconda ed ultima vittoria in carriera di José Froilán González su Ferrari, seguito dal compagno di squadra Mike Hawthorn e dal giovane Onofre Marimon su Maserati, al primo podio in carriera.

Le Mercedes non riuscirono a replicare il successo conseguito a Reims, anche se Fangio stabilì il giro più veloce di sempre a Silverstone, abbattendo la barriera delle 100 mph con una media di 100,35 mph.

Sette piloti fecero segnare il tempo più veloce in gara a 1'50.0, dividendosi il punto in palio.

È stato il Gran Premio di debutto in Formula 1 per la Vanwall.

Da segnalare la gara di Onofre Marimon: costretto a partire dal fondo dello schieramento a causa del ritardo nell'arrivo delle Maserati a Silverstone, conclude al terzo posto, riuscendo a risalire dal 28º al 6º posto nel corso del primo giro; si tratta rispettivamente del secondo maggior numero di posizioni guadagnate in un Gran Premio (25) e del maggior numero di posizioni guadagnate in un solo giro (22) da parte di un pilota nella storia della Formula 1 (500 Miglia di Indianapolis esclusa). Il compagno e connazionale Roberto Mieres, partito 32° e arrivato 6° stabilisce in questa stessa gara il record assoluto in questa speciale classifica, con un totale di 26 posizioni acquisite rispetto al via.


Il 4 luglio del '54 la Mercedes è finalmente pronta per disputare
il suo primo gran premio di F1


Mercedes-Benz W196 Streamliner

Il telaio della W196 era una struttura reticolare in tubi di magnesio saldati, molto rigida, ma anche estremamente leggera, basti pensare che l'intera struttura arrivava a pesare 36 kg. Tra le novità telaistiche, vanno ricordate le sospensioni a ruote indipendenti sui due assi. In particolare, il retrotreno seguiva uno schema brevettato da Scherenberg con semiassi oscillanti, schema che di lì a pochi anni sarebbe stato introdotto anche nelle vetture stradali.
L'impianto frenante prevedeva quattro tamburi a doppia ganascia con alettature di raffreddamento. Tali tamburi erano sistemati entrobordo in modo da ridurre le masse non sospese e misuravano 350 mm di diametro all'avantreno e 275 mm al retrotreno.
L'interasse del telaio era originariamente di 2,33 m, ma nel corso della carriera della W196 venne via via ridotto fino a raggiungere 2,15 m.
  • Carenata o Tipo Monza: la vettura equipaggiata con tale carrozzeria era indicata per i percorsi più veloci, perché permetteva di sfruttare le leggi dell'aerodinamica e raggiungere velocità maggiori. Ma era più pesante ed ingombrante (circa 100 kg in più), perciò risultava poco indicata per i percorsi più tortuosi, dove invece veniva preferita la versione a ruote scoperte.
  • A ruote scoperte: questa è stata la versione più utilizzata, data la natura dei tracciati di gara. La Casa tedesca imparò a proprie spese durante il 1954 che tale configurazione era la più adatta per i tracciati meno veloci, poiché privilegiava maggiormente l'agilità e la maneggevolezza.
La W196 è una delle monoposto tecnicamente più innovative del periodo. Il motore M196 era un otto cilindri in linea bialbero bivalve da 2 496 cm³ (76 mm × 68,8 mm), del quale va senz'altro ricordata la distribuzione desmodromica, che consentiva di eliminare le molle di richiamo delle valvole e di poter funzionare a regimi più alti anche grazie alla doppia accensione. Un'altra novità fu l'alimentazione ad iniezione diretta, che consentiva un miglior rendimento del motore. Tali soluzioni, specialmente quella relativa all'iniezione diretta, vennero sviluppate dagli ingegneri Mercedes-Benz attraverso l'esperienza acquisita sul caccia Messerschmitt Bf 109 durante la Seconda guerra mondiale. Il motore era fissato al telaio con un'inclinazione di 53° sul lato destro e venne disassato rispetto all'asse longitudinale della vettura. Tutto questo per permettere all'albero di trasmissione di poter passare a fianco del sedile del pilota, dato il corpo vettura dalla limitata altezza da terra (13 cm).
La potenza massima raggiunta da tale propulsore era di 260 CV, ma durante l'attività sportiva della W196, protrattasi per un anno e mezzo, si arrivò anche a 290 CV ad 8 500 giri/min.

Il 4 luglio del 1954, sul circuito di Reims, si disputava il Gran Premio di Francia di Formula 1, quarta gara della stagione (considerando anche la 500 miglia di Indianapolis che in quegli anni era compresa nel calendario). Questo Gran Premio rimarrà nella storia della Formula 1 per due vicende:

– il debutto vincente della Mercedes con la W196 carenata, caratterizzata dalla distribuzione desmodromica e dalla iniezione diretta, che dominerà con Fangio e Kling rispettivamente primo e secondo;

– la prima vittoria di una monoposto non italiana da quando nel 1950, era iniziato il Campionato del Mondo di Formula 1; fino ad allora infatti avevano vinto solo monoposto Alfa Romeo, Ferrari e Maserati.

A quell'epoca nessuna regola imponeva di correre con le ruote scoperte. Così la Mercedes presentò il modello w196 con le ruote incluse nella sagoma della carrozzeria. Fangio definì la vettura "sensazionale e perfetta" e in effetti in gara le Frecce d'argento non hanno rivali: Fangio e Kling chiudono nelle prime due posizioni.



Fangio seguito da Karl Kling  -  Mercedes-Benz W196, GP di Francia, Circuit Reims, 1954.



Con la Mercedes a ruote carenate nel GP di Francia del 1954,
un anno trionfale
 per Juan Manuel Fangio
 
Nella fotografia, si può ammirare la bellissima linea delle vetture tedesche, in una prima fila tutta argentea. Spettatore interessato, in secondo piano a braccia conserte, è il costruttore Ilario Bandini, mentre alla sua destra in tuta bianca e casco sotto il braccio, è Harry Schell in conversazione. Lo schieramento è completato dalle tre W. 196 in prima fila; in pole la n° 18 di Fangio e la 16 di Moss, ambedue aerodinamiche,
 e la n° 20 di Kling. Più dietro ci sono le Ferrari 555 n° 4 di Castellotti e la n° 12 di Umberto Maglioli. Dietro, le due Maserati 250F di Mieres e di Musso.


L'avventura delle Mercedes, guidata dal mitico Neubauer, parte con il piede giusto, ma al successivo gp, quello di Silverstone, Fangio deve accontentarsi di chiuedere al 4° posto
(pur dopo una pole costruita con il suo talento) perchè la macchina non è adatta al tracciato.

Così, Fangio chiede delle modifiche: nuovi freni applicati al mozzo (per avere una migliore aderenza anteriore)
 ed una versione non carenata della monoposto per il tortuoso tracciato del Nurburgring
.
Con queste modifiche, Fangio e la Mercedes stravincono nella gara tedesca anche se per gli argentini
 è un momento difficile dopo la morte di Marimon.





 Scheda Tecnica

Telaio traliccio di tubi in magnesio
Motore Mercedes-Benz 2.5 L8
Trasmissione cambio a 5 marce
Lunghezza 4025 mm
Larghezza 1625 mm
Altezza 1040 mm
Passo 2150-2330 mm
Peso 650 (a ruote scoperte)
750 (carenata Tipo Monza) kg
Carburante Esso
Pneumatici Continental
Avversarie Ferrari
Maserati


GranPremio di Germania 1954

Il Gran Premio di Germania 1954 fu la sesta gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 1º agosto sul Circuito del Nürburgring. La manifestazione fu segnata dalla tragica scomparsa della giovane promessa argentina Onofre Marimon, morto durante le prove a causa di un'uscita di pista; si trattò del primo incidente mortale avvenuto nella storia dellaFormula 1.

Dopo oltre tre ore e quarantacinque minuti di corsa vinse Juan Manuel Fangio su Mercedes, seguito da Mike Hawthorn su Ferrari, che sostituì in gara José Froilán González, sconvolto per la morte di Marimon. Terza piazza per il francese Maurice Trintignant su Ferrari.


Dopo la sconfitta riportata ad opera delle Ferrari nel gran premio precedente, la Mercedes porta al Nürburgring una nuova versione a ruote scoperte della W196 per Juan Manuel Fangio, Karl Kling ed Hermann Lang, mentre Hans Herrmann continua ad usare il modello carenato.

La sessione di qualifica vede Fangio conquistare la pole-position davanti ad Hawthorn, ma è funestata dall'incidente mortale diOnofre Marimon; mentre percorre un tratto in discesa, il giovane pilota argentino perde il controllo della sua Maserati, esce di pista e si ribalta diverse volte, rimanendo ucciso sul colpo. Luigi Villoresi e Ken Wharton, compagni di squadra di Marimon si ritirano dalla manifestazione, addolorati dal tragico evento, mentre Sergio Mantovani decide di prendere il via.

Stirling Moss, al volante di una Maserati privata, si schiera in terza posizione, davanti alla Mercedes di Hans Herrmann, al trionfatore di Silverstone José Froilán González e al sorprendente Paul Frère su Gordini.


 Fangio è distrutto dalla morte di quello che considera il suo allievo.
Con il successo nel gran premio di Svizzera, Fangio si laurea campione del mondo.

Gran Premio d'Italia 1954
LOUIS ARMSTRONG ~ When You`re Smilin`~
J.M.Fangio (16) - Alberto Ascari (34) - Stirling Moss (28)





1954 - Fangio davanti ad Ascari alla curva di porfido a Monza

Il Gran Premio d'Italia 1954 fu l'ottava gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 5 settembre
all'Autodromo Nazionale di Monza. La manifestazione vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Mercedes, seguito dai ferraristi Mike Hawthorn
e José Froilán González, che sostituì durante la gara l'italiano Umberto Maglioli.

Aspetti sportivi

Pochi giorni prima della gara venne reso noto che Villoresi vi avrebbe partecipato alla guida di una Maserati, 
dietro concessione della Lanciacon cui era sotto contratto.

GP Francia - 1954

GP Svizzera - 1954

GP Germania - 1954

GP Gran Bretagna -  1954


Gran Premio di Svizzera 1954

Il Gran Premio di Svizzera 1954 fu la settima gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula 1,
 disputata il 22 agosto sul Circuito di Bremgarten.
La manifestazione vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Mercedes, seguito da José Froilán González su Ferrari
e da Hans Herrmann, di nuovo su Mercedes.
Con questa vittoria il pilota argentino si è aggiudicato con due gare di anticipo il suo secondo titolo mondiale.

Juan Manuel Fangio ha l'opportunità di aggiudicarsi, con una vittoria su questo circuito, il suo secondo titolo iridato in Formula 1, ma, a sorpresa, è il connazionale José Froilán González, su Ferrari ad ottenere la pole position. I due argentini precedono Stirling Moss, Maurice Trintignant e Karl Kling, mentre è da segnalare il ritiro di Robert Manzon dalla manifestazione a seguito di un violento incidente occorsogli durante le prove.

Al via, sotto la pioggia battente, Fangio si sbarazza senza troppi problemi di Gonzalez, che pochi giri dopo viene sopravanzato anche da Moss. Il giovane pilota inglese inizia allora ad attaccare la Mercedes del pilota argentino, ma viene presto raggiunto dal connazionale Mike Hawthorn, in rimonta dopo essere scattato dalla sesta posizione. I due ingaggiano un'avvincente lotta per la seconda posizione, che si conclude solo quando Moss è costretto al ritiro, al 21º giro, per un guasto alla pompa dell'olio. Anche Hawthorn, 9 giri dopo, deve abbandonare la corsa per un problema al motore della sua Ferrari, lasciando così strada a Gonzalez, che ottiene un facile secondo posto. Intanto, Fangio si scatena vincendo una gara a senso unico, doppiando tutti gli avversari tranne Gonzalez, che arriva quasi un minuto dopo di lui. A punti giungono anche Hans Herrmann, Roberto Mieres, per la prima volta a punti in Formula 1, e Sergio Mantovani, che bissa il quinto posto del gran premio precedente. Con questa vittoria, l'argentino ottiene il secondo titolo mondiale della sua carriera.

Questo è stato l'ultimo Gran Premio di Formula 1 corso in territorio svizzero: a seguito del tremendo incidente della 24 Ore di Le Mans 1955, infatti, il governo svizzero abolirà ogni genere di gare all'interno dei confini della nazione. Il Gran Premio di Svizzera tornerà nel calendario iridato nel 1975 (gara non valida ai fini della classifica), e nel 1982; in entrambi i casi, tuttavia, i Gran Premi si correranno in Francia.



Il 1955

Il terzo titolo Mondiale

La stagione automobilistica 1955 si aprì come di consuetudine in quegli anni con la corsa di casa per Fangio: il Gran Premio d'Argentina. La gara, che vide il pilota argentino partire dalla pole position, verrà ricordata per il caldo torrido che costrinse la maggior parte dei piloti a svariate soste ai box per cedere la vettura ai compagni di scuderia e poter così avere una tregua dall'arsura. Fangio incurante delle condizioni proibitive completò la corsa senza bisogno di alcun cambio e si portò quindi subito in testa al mondiale. La seconda prova iridata si disputò sul circuito di Montecarlo, Fangio realizzò ancora una volta il miglior tempo in prova, questa volta a pari merito col milanese Ascari la cui Lancia D50 iniziava a mostrarsi come seria antagonista al dominio Fangio-Mercedes. Il pilota argentino in gara fu costretto al ritiro per delle noie meccaniche mentre Ascari finì la sua corsa nelle acque del porto mentre si trovava al comando. Il rivale di tanti Gran Premi, uscito miracolosamente incolume dal pauroso incidente, sarebbe scomparso a Monza solo quattro giorni più tardi nel testare una vettura Sport, suscitando profonda commozione nell'amico e collega.

In segno di lutto la Scuderia Lancia non partecipò ufficialmente al successivo appuntamento in Belgio ma fornì comunque assistenza a Eugenio Castellotti che conquistò inaspettatamente la pole position davanti a Fangio. Il pilota argentino in gara prese subito il comando della corsa che si aggiudicò davanti al compagno di squadra Stirling Moss. Identico risultato si ebbe nel successivo appuntamento iridato sul circuito di Zandvoort, Fangio fu invece battuto dal compagno di squadra nel Gran Premio di Gran Bretagna sul circuito di Aintree; quando Moss gli chiese se lo avesse lasciato vincere sul circuito di casa, l'argentino rispose 'no, oggi sei semplicemente stato il migliore'. L'ultima prova iridata a Monza si rivelò la passerella trionfale per Fangio che vinse la corsa davanti al compagno di squadra Piero Taruffi, aggiudicandosi così il sesto successo stagionale e il terzo Titolo Mondiale.


Mercedes-Benz W196


La W196 non fu presente per tutto il Campionato del 1954, ma debuttò solo il 4 luglio al Gran Premio di Francia 1954 nella versione carenata Tipo Monza, nata per funzionare meglio sulle alte velocità del circuito di Reims. Fangio e Karl Kling fecero segnare la 1a e 2a posizione finale, mentre il giovane Hans Herrmann conquistò il giro più veloce in gara. La stessa versione dell'auto venne impiegata a fine stagione a Monza, dalla quale prese il soprannome.
L'errore commesso dal reparto sportivo Mercedes-Benz, capitanato ancora una volta da Alfred Neubauer, fu quello di riproporre la vettura carenata a Silverstone, decisamente meno veloce, e la vettura risultò difficile da maneggiare e poco agile: come risultato, Fangio e Kling finirono per urtare i coni in gomma utilizzati per delimitare il tracciato, ammaccando la carrozzeria in più punti. Fangio, inoltre, ebbe anche dei problemi al cambio e terminò la gara al quarto posto.
Le cose cambiarono decisamente al Nürburgring, dove le W196 vennero schierate con carrozzeria a ruote scoperte (richiesta con insistenza da Fangio). Contemporaneamente, il motore beneficiò di 10 CV in più. Stavolta Fangio tornò a vincere, ma la manifestazione venne funestata dal tragico incidente, avvenuto durante le prove, in cui perse la vita il pilota Marimon su Maserati.
Anche le due gare successive, in Svizzera e a Monza, videro Fangio trionfare. La gara di Monza, in particolare, fu resa avvincente dal memorabile recupero di Fangio ai danni della Maserati di Stirling Moss.
Il Gran Premio di Spagna, atto finale del mondiale del '54, fu invece vinto da Mike Hawthorn su Ferrari, ma oramai i conti erano fatti: con sei vittorie su otto gare totali, Fangio poté laurearsi campione del mondo.
Per la stagione 1955, la rosa dei piloti della squadra corse Mercedes-Benz si arricchì con l'arrivo di Stirling Moss a fianco di Fangio, Kling ed Hermann.
La prima tappa, tenutasi a Buenos Aires, vide il trionfo di Fangio davanti alla sua gente. A Montecarlo, invece, la W196 dell'argentino ebbe problemi meccanici che permisero a Trintignat di aggiudicarsi la gara.
Al Gran Premio del Belgio e al successivo in Olanda, Fangio tornò ancora a vincere, mentre in Gran Bretagna fu la volta di Stirling Moss a tagliare per primo il traguardo.
Ed ancora Fangio fu il vincitore dell'ultima tappa, quella di Monza: anche la stagione vide l'argentino trionfare e riconfermarsi campione del mondo.

Quella del 1955, però, fu una stagione funesta: a Monza, il grande Alberto Ascari perse la vita mentre provava una Ferrari. Qualche tempo dopo, alla 24 Ore di Le Mans, vi fu il gravissimo incidente alla SLR di Levegh, che uscì di pista finendo sulle tribune ed uccidendo oltre 80 persone. Fu un grave colpo psicologico (e non solo) per la Casa tedesca, che al termine di quella stagione si ritirò dalle competizioni.



Gran Premio d'Argentina 1955

Il Gran Premio d'Argentina 1955 fu la prima gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 16 gennaio sul Circuito di Buenos Aires.

La manifestazione fu vinta da Juan Manuel Fangio su Mercedes.

A causa del caldo torrido (circa 35 °C all'ombra e 55 °C in pista) molti piloti si avvicendarono sulle vetture durante la gara creando situazioni curiose nella classificazione finale: al secondo posto terminarono González, Farina e Trintignant su Ferrari. Sul gradino più basso del podio di nuovo Farina e Trintignant insieme a Maglioli sempre alla guida di una Ferrari.

Gara

Nelle prove ufficiali, Alberto Ascari spreme ciò che può dalla sua Lancia D50 ma la pole position va alla Ferrari di Froilán González. Ascari segna un tempo di mezzo secondo superiore ed è in seconda posizione, affiancato da Juan Manuel Fangio su Mercedes, quarta la Maserati di Jean Behra.

La Mercedes di Juan Manuel Fangio è la più lesta al via e si porta in testa, seguita dalla Ferrari di Gonzalez e dalla D50 di Ascari. Al 3º giro inaugura la serie dei ritiri delle Lancia la D50 di Villoresi, che accusa la rottura dei condotti del carburante. Al termine del quarto giro, Gonzalez forza l'andatura e supera Fangio, mantenendo il comando fino al 10º giro. In questa fase, anche Ascari supera Fangio, cosicché al termine del 10º giro abbiamo questa situazione: 1º Gonzalez (Ferrari), 2º Ascari (Lancia) a 1"9, 3º Fangio (Mercedes) a 3"8 e 4º Moss (Mercedes) a 9"9. Eugenio Castellotti prosegue attardatissimo, anche perché sofferente a causa dell'elevata temperatura. All'11º giro, Ascari supera Gonzalez e si porta al primo posto; frattanto, al 16º giro, Eugenio Castellotti, vittima di una insolazione, non riesce a proseguire, si ferma al box e cede la sua vettura all'appiedato Villoresi. Non sarà che uno dei numerosissimi avvicendamenti di piloti alla guida di una macchina: a causa del caldo, infatti, soltanto Juan Manuel Fangio e Roberto Mieres riusciranno stoicamente a completare il Gran Premio senza farsi dare cambi. La D50 di Ascari riesce con un po' di fatica a mantenere la testa e la situazione, al termine di 20 giri, lo vede al primo posto con circa 2” di margine su Gonzalez e 13” su Fangio. Ma arriva il fatale 22º giro, allorché Ascari finisce fuori di strada dopo un testa coda: la vera ragione della piroetta non sarà mai accertata, dal momento che se la versione semi-ufficiale parla di una macchia d'olio, molti propendono a credere che la causa risieda nell'estrema instabilità della D50.

Villoresi dopo aver rilevato la D50 attardatissima di Castellotti tenta faticosamente un recupero, che viene però interrotto al 36º giro, quando a sua volta esce di strada. A poco più di un terzo di gara, ecco dunque che tutte e tre le Lancia sono fuori gioco. Il Gran Premio prosegue con Fangio che percorre in testa l'ultima metà di gara aggiudicandosi la corsa con 1 minuto e mezzo di vantaggio sulla Ferrari di Gonzalez, condotta anche da Nino Farina e da Maurice Trintignant, e addirittura due (o più) giri sugli altri cinque equipaggi superstiti.


Il 1955 si apre con la prematura scomparsa di Alberto Ascari a Monza, mentre era alla guida di una Ferrari Sport prestatigli
 dal compagno di scuderia Eugenio Castellotti. Fangio lo ricorderà come il pilota con più classe e coraggio mai esistito.



Juan Manuel #Fangio - Daimler Benz AG - Autodromo Oscar y Alfredo Galvez, Buenos Aires 1955


Gran Premio di Monaco 1955

Qualifiche

I risultati delle prove ufficiali sanciscono la superiorità di Juan Manuel Fangio, di Alberto Ascari e del giovane Stirling Moss su tutti gli altri. Fangio ed Ascari, addirittura, segnano il medesimo tempo, ma Moss, con la seconda Mercedes, è staccato di appena 1/10 di secondo. Bene anche Castellotti, che riesce a spiccare il quarto miglior tempo ed a piazzarsi così in seconda fila. Gli altri due alfieri della Lancia sono più staccati: Villoresi è settimo, Chiron è 19°, cioè penultimo. Le Ferrari non brillano (Maurice Trintignant, il miglior ferrarista, è in quarta fila con il nono tempo) mentre le Maserati appaiono relativamente più veloci (Jean Behra quinto,
Roberto Mières sesto, Luigi Musso ottavo). La Gordini meglio piazzata, quella di Robert Manzon, è appena tredicesima, preceduta dalla Vanwall di Mike Hawthorn.

Gara

Ascari non è autore di una partenza azzeccata, ed al primo giro si ritrova in quarta posizione, preceduto da Fangio, dal compagno di squadra Castellotti e da Moss. Al 10º giro, dietro al leader Fangio, troviamo Moss, poi Ascari che ha appena superato Castellotti, e la Maserati di Behra. Quest'ultimo però rinviene fortissimo e ri-supera prima Castellotti e poi anche Ascari, portandosi al terzo posto alle spalle del duo Mercedes. Al 35º giro, Castellotti è costretto al box per far controllare una ruota ma anche per rabboccare il carburante. Al 40º giro la situazione è: 1° Fangio, 2° Moss (molto vicino al compagno di marca), 3° Behra a 43” e 4° Ascari a 50”, 5° il sorprendente Maurice Trintignant con la Ferrari (staccato però di 1'20” da Fangio), 6° Mières e 7° Villoresi. Al 42º giro, Behra si ferma lungamente al box per sistemare un raccordo della tubazione dell'olio e viene doppiato. Alla Maserati si pensa di far passare Behra alla guida della macchina di Cesare Perdisa (in miglior posizione), mentre al bolognese non resta che sistemarsi al volante della più attardata macchina di Behra. Poco prima di metà gara, il primo vero colpo di scena di questo Gran Premio: Fangio si ritira per la rottura del ponte. Passa così a condurre Moss, con 1'22” di vantaggio sulla D50 di Ascari. Tutti gli altri sono già stati doppiati: Trintignant è 3°, Mières è 4°.

Malgrado l'enorme vantaggio, Stirling Moss continua a tirare come un ossesso, forse per giungere a doppiare anche Ascari, che è l'ultimo concorrente a pieni giri. Ecco che quando mancano venti giri al termine Moss è fermato da un guasto di motore e Ascari si trova in testa; i numerosi italiani presenti si accingono a festeggiare il nuovo leader della corsa, quando il milanese, alla “chicane” del porto, finisce in mare.

Come riferito dallo stesso Ascari nelle ore successive, la causa del guaio sarebbe stata il bloccaggio del freno anteriore destro, che avrebbe innescato una sbandata verso l'esterno, incontrollabile: dovendo scegliere tra un muretto di sabbia, una piccola tribuna affollata e l'acqua, il pilota finisce per scegliere quest'ultima, considerandola il male minore. Una seconda ipotesi è quella della sbandata sull'olio lasciato sul tracciato dal motore in avaria della Mercedes di Stirling Moss, transitata poco prima. Alberto comunque sguscia dalla macchina inabissata e risale a galla raggiungendo il sommozzatore che già si è tuffato in suo soccorso. Anche se ricoverato precauzionalmente all'ospedale di Monte Carlo, il pilota è praticamente illeso.

Al comando del Gran Premio viene così a trovarsi il regolare Trintignant con la Ferrari. Il solo ulteriore momento entusiasmante della corsa è dato dall'inseguimento di Castellotti, che si porta a 15” dal nuovo leader e riduce poi il distacco fino a soli 11”. L'inseguimento però non ha successo, e nelle ultime tornate il lodigiano della Lancia è costretto a ridurre il ritmo, tanto che alla fine il distacco sale nuovamente a 20”. La corsa si conclude con la prima vittoria in Formula 1 di Maurice Trintignant (coltivatore di viti in quel di Nîmes e zio dell'attore Jean-Louis), con il posto d'onore di Castellotti con la D50, con la terza piazza della Maserati di Behra condotta anche dal giovane Cesare Perdisa




Gran Premio del Belgio 1955

Il Gran Premio del Belgio 1955 fu la quarta gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 5 giugno sul Circuito di Spa-Francorchamps.

Malgrado gli stati d'animo di Eugenio Castellotti, di Vittorio Jano e dei meccanici non siano dei migliori per via della recente scomparsa di Alberto Ascari, a cui è seguito il ritiro ufficiale della Lancia dalla Formula 1, grazie anche all'ennesimo potenziamento del motore (si parla di oltre 265, forse 270 CV), la Lancia D50 ottiene addirittura la pole position davanti alle Mercedes di Fangio e di Moss, che risultano staccati di 5/10 di secondo l'argentino, e di 1”e1/10 l'inglese. A seguire, la Ferrari di Nino Farina, la Maserati di Jean Behra, la terza Mercedes di Karl Kling, la Maserati di Luigi Musso e via via gli altri.


Al segnale di via, Fangio assume autoritariamente il comando, che non abbandonerà più fino al traguardo. Nella sua scia si lanciano Moss, Castellotti e Farina. Al 10º giro (poco meno di 1/3 di gara) la situazione è: 1° Fangio (Mercedes), 2° Moss (Mercedes) a 11”, 3° Castellotti (Lancia) a 41”, 4° Farina (Ferrari) a 44” Il quartetto marcia in quest'ordine fino al 16º giro, dopodiché la D50 di Castellotti deve abbandonare la lotta per il cedimento della trasmissione (probabilmente del cambio in particolare), forse troppo sollecitata dalla aumentata potenza del motore. Il Gran Premio prosegue senza troppi scossoni, con i primi tre posti occupati stabilmente da Fangio, Moss e Farina.


Gran Premio di Gran Bretagna 1955


Karl Kling, J.M.Fangio, Alfred Neubaur (Manager) , Stirling Moss



Il Gran Premio di Gran Bretagna 1955 fu la sesta gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 16 luglio sul Circuito di Aintree. La manifestazione vide la prima vittoria in carriera di Stirling Moss su Mercedes, seguito a poca distanza dai compagni di squadra Juan Manuel Fangio e Karl Kling.
Il Gran Premio ha visto il debutto del futuro tre volte Campione del Mondo Jack Brabham; qualificatosi all'ultimo posto, l'australiano risale in gara fino alla 12ª posizione, prima di ritirarsi per un guasto al motore.
Pur mancando ancora quattro gare alla fine del campionato, la successiva cancellazione dei Gran Premi di Germania, Svizzera e Spagna rese quello britannico il penultimo della stagione. Per questo motivo, Fangio si laureò per la terza volta Campione del Mondo di Formula 1 con una gara di anticipo sulla fine del Campionato.





Gran Premio d'Olanda 1955

Fangio e Moss a Zandvoort '55

Il Gran Premio d'Olanda 1955 fu la quinta gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 19 giugno sul Circuito di Zandvoort. La manifestazione vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Mercedes, seguito dal compagno di squadra Stirling Moss e dall'italiano Luigi Musso su Maserati.

Il Gran Premio ebbe luogo una settimana dopo la tragedia di Le Mans.





1 Argentina Juan Manuel Fangio Mercedes W196 Daimler-Benz AG
2 Regno Unito Stirling Moss Mercedes W196 Daimler-Benz AG
3 Germania Karl Kling Mercedes W196 Daimler-Benz AG

Nella stagione è protagonista il dualismo tra Fangio e il suo nuovo compagno di squadra: Stirling Moss. Al nuovo Gran Premio d'Italia,
che si disputa per la prima volta anche sull'anello dell'alta velocità, Fangio trionfa con la strepitosa media di 206 km/h a bordo
della Mercedes W196. Fangio si laurea campione del mondo per la terza volta e la Mercedes,
 a seguito del mostruoso incidente di Le Mans,
la Mercedes si ritira.


Gran Premio d'Italia 1955


Il Gran Premio d'Italia 1955  fu la settima ed ultima gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata l'11 settembre all'Autodromo Nazionale di Monza su . La manifestazione vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Mercedes, seguito dal compagno di squadra Piero Taruffi e da Eugenio Castellotti su Ferrari.


Per questa edizione si decise di cambiare il layout della pista. Le curve di porfido furono eliminate e sostituite da una sola curva a destra con raggio crescente a cui fu dato il nome di Parabolica. Inoltre venne costruito un nuovo anello ad alta velocità. Il 26 luglio la Lancia che aveva deciso per il ritiro dalle competizioni a seguito della morte di Alberto Ascari, aveva ceduto tutto il materiale residuo alla Scuderia Ferrari. Quest'ultima decise quindi di portare a Monza quattro Lancia D50, una delle quali con funzioni di muletto: le tre unità da gara sono affidate ad Eugenio Castellotti, a Nino Farina ed a Luigi Villoresi. Oltre a queste, la scuderia iscrisse anche tre Ferrari 625.

Il responso delle prove assegnò un margine notevole alle Mercedes-Benz, che segnarono i migliori tempi con Juan Manuel Fangio (già matematicamente Campione del Mondo 1955 e poleman della gara), Stirling Moss e Karl Kling. Dal canto loro, le D50 si comportarono onorevolmente: Castellotti segnò il quarto tempo, Farina il quinto, Villoresi l'ottavo. La migliore tra le Ferrari 4 cilindri del tipo 625 si classificò appena dodicesima, con Umberto Maglioli. Le D50 però, che in questa occasione adottavano le gomme Englebert utilizzate dalla Ferrari ma che fino ad allora avevano sempre montato gomme Pirelli, furono vittime di molteplici dechappaggi; la Ferrari poteva soltanto utilizzare gli pneumatici contrattualmente previsti, per cui si finì con l'optare per il ritiro delle D50 dalla corsa, per evitare qualsiasi rischio.

Eugenio Castellotti, comunque, prese il via utilizzando una Ferrari 625, un muletto con cui aveva partecipato ad una parte delle prove, ponendosi al 4º posto dello schieramento e sfruttando così la prestazione ottenuta con la D50 (una mossa consentita dal regolamento in vigore).

Il Gran Premio, che quell'anno si corse lungo il circuito completo di km 10 comprendente l'anello di alta velocità appena ultimato, fu dominato dalla Mercedes di Juan Manuel Fangio, che partiva dalla pole position e non abbandonò più la posizione di testa fino al termine della galoppata di 50 giri per 500 chilometri. La Mercedes (che metteva in lizza le vetture del tipo carenato per Fangio e Moss e due vetture a ruote scoperte per Taruffi e Kling) faceva corsa a sé e Piero Taruffi, dopo i ritiri di Moss e di Kling, ottenne un bel secondo posto; terzo Castellotti con la Ferrari 625.





  “Il ritiro della Mercedes portò finalmente Fangio alla Ferrari. 
              E con essa arrivò il quarto titolo di campione del mondo”


L'iride rosso di Fangio

Per la stagione 1956 Enzo Ferrari ingaggia il miglior pilota del momento, Juan Manuel Fangio. L'argentino si è appena aggiudicato due titoli mondiali con la Mercedes dopo quello del 1951 con l'Alfa Romeo; con le vetture del cavallino cercherà quindi di conquistare il suo quarto iride.
Fangio riesce nell'intento, ma la sua è una vittoria molto sofferta. Nei primi due Gran Premi, quello di casa sua e quello di Montecarlo, ottiene un primo e un secondo posto ma soltanto grazie alla collaborazione dei suoi compagni di squadra Luigi Musso e Peter Collins che gli cedono le proprie vetture, in quanto quella dell'argentino in entrambe le occasioni aveva ceduto per problemi meccanici. In Belgio si ritira senza appello, in Francia è quarto, poi trionfa in Gran Bretagna e in Germania rilanciandosi per la conquista del titolo.
E' la volta della gara decisiva, quella di Monza. Sono tre i piloti ancora in corsa per il mondiale: Fangio, Moss e Collins. Il pilota inglese della Maserati domina e vince, ancora una volta Fangio è costretto al ritiro dopo 20 giri per noie al motore, ma dopo altri 15 giri Collins, che è secondo, si ferma ai box e cede la macchina all'argentino che conclude così alle spalle di Moss e si laurea ancora una volta campione del mondo.
In quell'occasione Collins dimostrò uno spirito di sacrificio ineguagliabile rinunciando alle sue chances per favorire quelle del quarantacinquenne Fangio: l'inglese era convinto di poter avere in futuro altre possibilità di vittoria iridata. Purtroppo non sarà così: due anni più tardi il ventiseienne Collins morirà in un tragico incidente sul mitico e terribile Nürburgring.


Il 1956: L'approdo in Ferrari



Il primo appuntamento col il mondiale si ebbe come sempre in Argentina, Fangio alla guida della Lancia-Ferrari D50 partì dalla pole position ma un guasto nelle prime fasi di corsa lo costrinse al ritiro; dai box fecero fermare il compagno di squadra Musso e il pilota argentino ritornò in corsa ma dopo solo quattro giri uscì di pista alla curva Ascari, così chiamata in onore dello scomparso bi-campione del mondo, e fu aiutato a ripartire dal pubblico, cosa vietata dal regolamento. Fangio si rese protagonista di una rimonta forsennata e a poche tornate dal termine raggiunse l'ex compagno di squadra Moss che si trovava al comando sulla sua Maserati 250F e lo superò, nel tentativo di resistere al pilota argentino Moss ruppe il motore e fu costretto al ritiro.

La vittoria di Fangio suscitò molte polemiche e il conte Nello Ugolini, direttore del reparto corse della Maserati sporse un reclamo ufficiale che venne però ignorato dalla Federazione Internazionale. Questi quattro punti conquistati da Fangio si sarebbero poi dimostrati decisivi a fine stagione per l'assegnazione del titolo mondiale. Nella successiva corsa di Monaco partì dalla pole position ma fu autore di una gara stranamente fallosa, un testa coda alla salita di Saint Devote danneggiò il lato destro della vettura e una successiva uscita di pista alla curva del Tabaccaio lo costrinsero al ritiro con una ruota danneggiata; i box fecero fermare il compagno di squadra Peter Collins e Fangio rimontò fino al secondo posto alle spalle di Moss che vinse il Gran Premio. Si giunse quindi al Gran Premio del Belgio, Fangio fece registrare nettamente il miglior tempo in prova davanti a Moss e in gara si alternò al comando col corridore inglese finché quest'ultimo perse una ruota e fu costretto al ritiro, salito sull'auto del compagno di squadra avrebbe concluso la corsa al terzo posto mentre Fangio, nettamente al comando accusò gravi problemi alla trasmissione della sua Ferrari e dovette abbandonare; la vittoria andò al compagno di squadra Collins, il quale vinse anche il successivo appuntamento iridato sul circuito di Reims portandosi saldamente al comando della classifica mondiale.

Fangio fu nell'occasione solamente quarto a causa di un guasto alla sua Ferrari che lo costrinse a una lunga sosta ai box, nel dopogara l'argentino si lamentò aspramente delle decisioni della Scuderia che, a suo dire, non gli consentiva in maniera adeguata la difesa del titolo conquistato l'anno precedente. Si giunse quindi al Gran Premio di Silverstone, Moss partito dalla pole position mantenne il comando della corsa fino al cedimento del propulsore, Fangio prese così la testa e vinse la corsa interrompendo così una serie negative senza successi che durava da sette gran premi; il compagno di squadra Collins fu secondo ma a causa della divisione del punteggio con lo spagnolo Alfonso de Portago con cui aveva condiviso la vettura, conquistò soli tre punti portando così Fangio a una sola lunghezza di distacco in classifica. Il successivo appuntamento al Nürburgring vide una netta affermazione del pilota argentino che si ritrovò alla vigilia dell'ultima corsa iridata sul circuito di Monza con un netto vantaggio sul compagno di squadra Collins.

Appiedato in gara dalla sua D50 per la rottura dello sterzo la scuderia chiese a Luigi Musso di fermarsi ma il pilota italiano che si trovava in seconda posizione sul circuito di casa ignorò l'ordine e continuò la sua corsa. Con Moss al comando e Collins in terza posizione ecco avvenire uno degli episodi considerato di maggiore sportività nel mondo delle corse automobilistiche. Collins, con la possibilità concreta di diventare campione del mondo in caso di guasti ai piloti che lo precedono, alla sosta ai box per il cambio degli pneumatici lasciò la sua vettura a Fangio pronunciando queste parole "Maestro, sono ancora giovane e avrò tempo per vincere un titolo, lei forse no, prenda la mia auto e vinca". Fangio rimontò fino al secondo posto a pochi secondi da Moss, anche grazie al ritiro di Musso che subì a sua volta la rottura dello sterzo sulla sua Ferrari, e vinse così il suo quarto titolo mondiale. Sebbene in un primo momento sembrò sicura la riconferma dell'argentino con Ferrari sopraggiunsero in seguito divergenze di carattere economico e, visto l'accasarsi dell'inglese Moss alla nuovissima Vanwall, Fangio decise di correre la stagione 1957 al volante della rinnovata Maserati 250F.







Juan Manuel Fangio sulla sua Ferrari 290 MM alla Mille Miglia del 1956. Finì quarto.





Juan Manuel Fangio vince il suo quarto titolo piloti, il terzo di fila.

Il primo successo di Juan Manuel Fangio con la Ferrari

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Il Gran Premio d'Argentina 1956 fu la prima gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 22 gennaio sul Circuito di Buenos Aires. La manifestazione fu vinta dalla Ferrari numero 34 guidata dall'italiano Luigi Musso (sua unica vittoria in carriera) e dal Campione del Mondo in carica Juan Manuel Fangio, al debutto sulla vettura di Maranello dopo il ritiro dalle corse della Mercedes.
Completano il podio il francese Jean Behra e il britannico Mike Hawthorn, entrambi su Maserati.


Gran Premio di Monaco
GP Monaco - J.M.Fangio, Peter Collins  Ferrari D50

Il Gran Premio di Monaco fu la seconda gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 13 maggio
sul Circuito di Montecarlo. La manifestazione fu vinta da Stirling Moss su Maserati, seguito da Peter Collins e Juan Manuel Fangio,che condivisero una Ferrari D50 durante la corsa. Terzo classificato Jean Behra su Maserati.




Il Gran Premio di Francia 1956 fu la quinta gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 1º luglio sul Circuito di Reims. La corsa vide la seconda vittoria consecutiva di Peter Collins su Ferrari,
 seguito dal compagno di squadra Eugenio Castellotti e dal francese Jean Behra su Maserati.




Gran Premio di Gran Bretagna 1956

Il Gran Premio di Gran Bretagna 1956 fu la sesta gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1, 
disputata il 14 luglio sul Circuito di Silverstone.
La corsa vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Ferrari, seguito dalla coppia Alfonso de Portago-Peter Collins e da Jean Behra.



Gran Premio di Germania 1956
Gran Premio di Germania 1956 - J.M.Fangio su Ferrari




Il Gran Premio di Germania 1956 fu la settima gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1, 
disputata il 5 agosto sul Nürburgring.
La corsa vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Ferrari, seguito da Stirling Moss e da Jean Behra.

Piloti Costruttori Motori
  • 20° vittoria per Juan Manuel Fangio
  • 20º giro più veloce per Juan Manuel Fangio
  • 1º Gran Premio per Giorgio Scarlatti
  • 1° e unico Gran Premio per André Milhoux
  • Ultimo Gran Premio per Louis Rosier
  • 25° vittoria per la Ferrari
  • 75° podio per la Ferrari
  • 20º giro più veloce per la Ferrari


  • 25° vittoria per il motore Ferrari
  • 75° podio per il motore Ferrari
  • 20º giro più veloce per il motore Ferrari

                           "Maestro, sono ancora giovane e avrò tempo per vincere un titolo, lei forse no, prenda la mia auto e vinca". 


LOUIS ARMSTRONG ~ When You`re Smilin`~

Vintage Juan Manuel Fangio onboard camera Monaco




GP Francia - 1956



GP Monaco 1956 - J.M.Fangio Ferrari Lancia D50 - macchina condivisa con Eugenio Castellotti

Nonostante l'occhiolino, i rapporti tra Ferrari e Fangio non furono sempre facili. Ma l'argentino divenne campione del mondo anche con le monoposto del cavallino rampante nel 1956
La stagione è positiva per un rinnovato gruppo di piloti, come il Campione
Juan Manuel Fangio , insieme a Musso
e Castellotti, ed anche Peter Collins con, di volta in volta Gendebien, De Portago
 e Trintignant.



Monza 1956 -  Alfonso de Portago (Ferrari)  Juan Manuel Fangio (Ferrari)

         Gran Premio d'Italia 1956 ottava gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1,
 disputata il 2 settembre sull'Autodromo Nazionale Monza.
 La corsa vide la vittoria di Stirling Moss su Maserati, seguito dalla coppia Peter Collins-Juan Manuel Fangio




Il 1957: Il ritorno alla Maserati

Il campionato del mondo incominciò subito con un successo sul circuito di casa a Buenos Aires, si ripeté poi a Monaco e a Rouen mentre fu costretto al ritiro per un cedimento del propulsore al Gran Premio di Gran Bretagna disputato sul Circuito di Aintree. Fangio tornò al successo al Nürburgring dove colse quella che sarà da molti considerata una delle più belle vittorie nella storia della Formula 1. Concluderà la stagione iridata con due secondi posti a Pescara e a Monza aggiudicandosi così il suo quinto e ultimo titolo mondiale.


LOUIS ARMSTRONG ~ When You`re Smilin`~



FANGIO ON BOARD  Ferrari F1 1957  ”Aerautodromo” di Modena

L'aerautodromo di Modena era un impianto sportivo che si trovava a Modena lungo la via Emilia. In esso erano contemporaneamente sia le struttur
e tipiche di un aeroporto (pista in cemento, torre di controllo, aviorimesse) che quelle di un autodromo (direzione gara, box, tribune),
 da qui la particolare denominazione. Sull'area su cui sorgeva l'impianto, in principio periferica ma ormai inglobata dal tessuto urbano della città,
sorge oggi il parco
Enzo Ferrari . (che ha completamente cancellato il tracciato della pista)




Le Maserati 250F di Moss e Fangio

Il Gran Premio d'Argentina 1957 fu la prima gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 13 gennaio sul Circuito di Buenos Aires. La manifestazione vide il trionfo della Maserati, con la vittoria del campione del mondo in carica Juan Manuel Fangio, seguito da Jean Behra e dalla coppia Carlos Menditeguy-Harry Schell, tutti sulla vettura italiana.



Il 1957 vede Fangio protagonista di un nuovo cambio: a conferma della sua infedeltà e del suo cercare sempre la macchina migliore,
 il Chueco sceglie la Maserati 250F. Una monoposto che non rappresenta una vera e propria novità. Infatti è la macchina
 che lui lasciò nel '54 per approdare alla Mercedes. Gli anni e i numerosi interventi l'hanno migliorata al punto di renderla la monoposto da battere.




Maserati 250F

Tipo aspirato, 6 cilindri in linea, anteriore, longitudinale.
Monoblocco in alluminio con sette cuscinetti di banco
Testata in alluminio
Albero a gomiti in acciaio stampato
Cilindrata totale 2.494 cm3
Cilindrata unitaria 415,67 cm3
Alesaggio x corsa 84 mm x 75 mm
Distribuzione cascata d'ingranaggi, 2 alberi a camme in testa, 2 valvole per cilindro
Accensione 2 candele per cilindro
Alimentazione 3 Weber 42 DCO3 doppio corpo; dal 1955 3 Weber 45 DCO3 doppio corpo
Carburante 50% metanolo, 35% benzina a 80 ottani, 10% acetone, 4% benzolo, 1% olio di ricino.
Raffreddamento ad acqua con pompa centrifuga.
Rapporto di compressione 12:1
Potenza massima 1954: 240 CV a 7.200 giri/min; 1957: (270 CV a 8.000 giri/min)
Potenza specifica 96-108 CV/litro
Peso 197 Kg, inclusa la frizione
   
MOTORE 12 CILINDRI A V DI 60°
Tipo aspirato, 12 cilindri a V di 60°, anteriore, longitudinale
Cilindrata totale 2.476 cm3
Cilindrata unitaria 206,3 cm3
Alesaggio x Corsa 68,5 mm x 66 mm
Distribuzione doppio albero a camme in testa per bancata, 2 valvole per cilindro
Accensione 2 candele per cilindro
Alimentazione 3 Weber 35 IDM
Potenza massima 310 CV a 10.000 giri/min.
Potenza specifica 125,2 CV/litro
   
TRASMISSIONE  
Trazione posteriore
Cambio transaxle, unità 4 marce in blocco con il diffrenziale; dal 1955 unità a 5 marce
Differenziale ZF a slittamento controllato
Frizione monodisco a secco di fabbricazione Maserati
   
TELAIO tubolare a tralicccio con tubi in acciaio cromo-molibdeno
   
SOSPENSIONI ANTERIORI Indipendenti a quadrilateri deformabili, ammortizzatori Houdaille.
   
SOSPENSIONI POSTERIORI ponte De Dion, balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille.
   
FRENI tamburi Maserati in alluminio, con 2 ceppi all'anteriore e 1 al posteriore, comando idraulico
   
PNEUMATICI Pirelli Stelvio, 5.50 x 16 anteriori, 7.00 x 16 posteriori
   
CERCHI a raggi Borrani da 16"
   
CARROZZERIA pannelli di alluminio martellati a mano
   
DIMENSIONI CORPO VETTURA  
Passo 2.280 mm
Carreggiate anteriore 1.300 mm, posteriore 1.250 mm
Lunghezza 4050 mm
Altezza 950 mm
Peso a vuoto 630-670 kg
Capacità serbatoio carburante 200 litri
Capacità serbatoio olio 20 litri
Esemplari costruiti circa 35


Gran Premio di Monaco 1957

Il Gran Premio di Monaco 1957 fu la seconda gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 19 maggio sul Circuito di Montecarlo. La manifestazione vide la vittoria del campione del mondo in carica Juan Manuel Fangio 
su Maserati, seguito da Tony Brooks e da Masten Gregory.



Percorso 3.145 Km - Distanza 100 giri, 314,5 km



In qualifica Fangio ottiene il giro più veloce con a seguire Collins e Moss che partono al suo fianco in prima fila, mentre Brooks e Hawthorn scattano dalla seconda. Dietro di loro, sulla griglia 3-2-3, vi sono Trintignant e la Maserati di Carlos Menditeguy e Harry Schell . Fangio scatta bene al via ma Moss prende il comando poco dopo la prima curva. Di lì a poco l'episodio chiave della gara: per evitare la Vanwall di Moss, Collins sterza per evitare la collisione ma così facendo finisce contro le protezioni a bordo pista. Fangio riusce a passare senza problemi mentre Brooks frena bruscamente tanto da essere tamponato da Hawthorn. Le Ferrari sono mestamente l'una accanto all'altra. Siamo solo al 4^ giro e i due ferraristi sono già ritirati. Von Trips è terzo con Menditeguy quarto e quinto Schell. Le prime due posizioni non cambieranno più.
E' una vittoria schiacciante per Fangio che vince anche a Montecarlo seguito da Brooks su Vanwall e da Masten Gregory su Maserati.


Il centenario di Juan Manuel Fangio
1957. Il Principe Ranieri di Monaco e Grace Kelly premiano Manuel Fangio,
 vincitore del Gp di Montecarlo


1957. Fangio e Behra sul podio della 12 ore di Sebring
Sebring, 1957.
I vincitori della 12 ore, Juan Manuel Fangioe Jean Behra



Il Gran Premio di Gran Bretagna 1957 fu la quinta gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 20 luglio sul Circuito di Aintree.

La corsa vide la vittoria di Stirling Moss e Tony Brooks (prima in carriera per Brooks), che si avvicendarono alla guida di una Vanwall, seguiti dall'italiano Luigi Musso e dal britannico Hawthorn, entrambi su Ferrari.



Gran premio di Francia 1957

Pos Pilota Costruttore Giri Tempo/Causa Ritiro
1 2 Argentina Juan Manuel Fangio Maserati 77 3:07:46.4
2 10 Italia Luigi Musso Ferrari 77 +50.8 secs
3 12 Regno Unito Peter Collins Ferrari 77 +2:06.0



 


LOUIS ARMSTRONG ~ When You`re Smilin`~ Dopo quarto  titolo mondiale abbandona  la Scuderia Ferrari  e torna in Maserati, con la quale il 4 agosto del 1957 al volante di una 250 F compì sul circuito del Nurburgring quella che rimane ad oggi come la sua impresa più grande, la sua corsa più bella che gli valse il suo quinto titolo mondiale, superando a pochi secondi dalla bendiera a scacchi le Ferrari di Hawthorn e Collins dopo una rimonta impressionante. Il suo palmarés in Formula 1 a quel punto vanta 24 vittorie, 35 podi, 29 pole position, 48 partenze dalla prima fila e 23 giri veloci .Juan Manuel Fangio vince in Argentina, a Monaco e al Nurburgring compie un capolavoro stabilendo
 per 10 volte consecutive il record sul giro.
                       
 
                      


Le Maserati 250F di Juan Manuel Fangio (N°1) e di  Jean Behra (N°2)


Nurburgring

 Partenza Gran Premio di Germania 1957



Nurburgring 4 agosto 1957

              


La Maserati 250F di Manuel Fangio partì subito forte, con l’argentino che arrivò al momento del pit stop in prima posizione, con più di trenta secondi di vantaggio sulle Ferrari di Hawthorn e Collins. La perfetta tattica del Tridente venne però vanificata da alcuni problemi nella sostituzione di una ruota che ritardarono l’ingresso in pista di Fangio che, una volta rientrato in gara, si trovò in terza posizione, con ben 45 secondi di ritardo su Peter Collins a undici giri dalla fine. Avendo ancora da scaldare gli pneumatici, la Maserati 250F perse terreno, trovandosi a dieci giri dal termine con un distacco di 52 secondi. Proprio in questo momento Juan Manuel Fangio tirò fuori tutto il suo talento e iniziò a far segnare giri veloci, battendo il suo record per ben 9 volte, 7 delle quali di fila, scendendo fino ad un crono di 9 minuti 17 secondi e 4 decimi, oltre otto secondi in meno che in qualifica.



 Al penultimo giro Fangio riuscì così a recuperare Collins, superandolo in un tratto strettissimo sotto ad un ponte, sorpassando anche Hawthorn poche curve dopo con una manovra al limite che lo costrinse a mettere due ruote della sua Maserati 250F fuori dalla pista sull’erba. Il pilota sudamericano continuò poi ad imporre il suo ritmo anche nell’ultimo giro, concludendo con un vantaggio di 3.6 secondi su Mike Hawthorn e staccando di ben 35.6 secondi Peter Collins: una vittoria memorabile che gli consegnò il suo quinto titolo mondiale facendo vincere a Maserati il suo primo titolo Costruttori.

Maserati 250F






Cinque volte campione. Juan Manuel Fangio taglia il traguardo al Nürburgring 1957. La miglior gara della sua vita.
Fangio successo al Nürburgring. E' la 24ma ed ultima vittoria (su 51 GP disputati) del Chueco.

Piloti Motori Costruttori
  • 5º e ultimo titolo Mondiale per Juan Manuel Fangio
  • 24ª e ultima vittoria per Juan Manuel Fangio
  • 1º Gran Premio per Dick Gibson, Tony Marsh, Brian Naylor e Carel Godin de Beaufort
  • 1° e unico Gran Premio per Paul England
  • Ultimo Gran Premio per Umberto Maglioli
  • 9° vittoria per il motore Maserati
  • 1º Gran Premio per il motore Porsche
  • 9ª e ultima vittoria per la Maserati
  • 1º Gran Premio per la Porsche




Fangio e la sua Maserati 300S al GP di Cuba del 1957.
 L'anno seguente fu rapito dai rivoluzionari cubani.

1957. Fangio alla 1000 chilometri del Nurburgring




1957, Monza. La Maserati 250F di Fangio accanto
 alla Vanwall di Tony Brooks


Gran Premio d'Italia 1957

La corsa vide la vittoria di Stirling Moss su Vanwall, seguito da Juan Manuel Fangio su Maserati e da Wolfgang von Trips su Ferrari.
Si registrò anche l'unica presenza nel mondiale per la 250F TD, dotata del nuovo motore V12, condotta da Jean Behra, che, dopo una quinta posizione nello schieramento di partenza, non riuscì a completare la gara.



A Monza lascia vincere Moss e la piazza d'onore gli basta per conquistare il quinto titolo,

 il quarto consecutivo, di Campione del Mondo.



Gran Premio di Pescara 1957







 

Il XXV Circuito di Pescara, anche detto Gran Premio di Pescara 1957, fu la settima gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 18 agosto sul Circuito di Pescara.
La manifestazione vide la vittoria di Stirling Moss su Vanwall, seguito dalle Maserati di Juan Manuel Fangio ed Harry Schell.

L'evento si svolse eccezionalmente a causa della improvvisa cancellazione dei Gran premi di Belgio e dei Paesi Bassi. Il tracciato di Pescara era rinomato al tempo come uno dei percorsi per gare automobilistiche più ostici e pericolosi, ma era famoso perché dal 1924 vi si svolgeva la Coppa Acerbo: pertanto gli organizzatori del campionato poterono confidare sulla scelta di un circuito ampiamente già collaudato e prestigioso.




22 dicembre 1957 -  Fangio  all'inaugurazione dell'ippodromo di Comodoro



GP Francia 1957

GP Monaco 1957




Il 1958: L'addio alle corse


Dopo aver conseguito il 5º titolo iridato, nel 1958 Fangio prese parte saltuariamente alla stagione motoristica senza concluderla, partecipando a poche gare. Terminò così la sua carriera sportiva, ritirandosi dalle competizioni per dedicarsi alle attività imprenditoriali avviate in precedenza, come la gestione dei numerosi garage di sua proprietà e, soprattutto, l'importazione e distribuzione in Argentina dei prodotti Piaggio, dei quali aveva ottenuta l'esclusiva.

Nonostante la sua ridotta presenza alle gare, occorse a Fangio un episodio assai particolare; probabilmente il più singolare della sua carriera sportiva. Il 23 febbraio alloggiava nell'Hotel Lincoln dell'Avana per partecipare al Gran Premio di Cuba e, poco prima della gara, venne sequestrato dai barbudos di Fidel Castro, nel riuscito intento di attuare un'azione dimostrativa di risonanza mondiale. Il sequestro durò poche ore e Fangio venne liberato al termine del GP, con le scuse dei guerriglieri cubani che gli chiesero anche l'autografo. Dal canto suo, Fangio ringraziò i barbudos per avergli impedito la partecipazione ad un pericoloso GP che, nel frattempo, era stato sospeso a causa di un gravissimo incidente che aveva coinvolto cinque monoposto e causato 6 morti e 26 feriti. Per la cronaca, il commando era formato da Arnol Rodríguez e Faustino Pérez, poi divenuti ministri nel governo rivoluzionario castrista.



Il 1958 è l'anno del ritiro, dopo due Gran Premi, Argentina e Francia, conclusi al quarto posto.
La tragica morte del suo ex compagno di scuderia, Luigi Musso, a Reims lo induce a chiudere col mondo dell'agonismo. Il 9 settembre al Gran Premio d'Italia
 Juan Manuel Fangio si presenta in borghese: la sua carriera è finita. Non abbandona il mondo dell'auto,
diventerà responsabile della filiale Mercedes - Benz a Buenos Aires.


L'avvenimento più curioso che accadde al pilota argentino fu al secondo Gran Premio di Cuba in programma il 23 febbraio del 1958 sul circuito del Malecòn. Curioso, perché sebbene Fangio non corse quel Gran Premio fu lui il vero protagonista della scena. L'allora dittatore dell'isola, Fulgencio Batista, volle che il corridore argentino partecipasse al Gran Premio di Cuba perché l'immagine del suo governo stava passando un periodo di forte crisi. Per contrastare le volontà del dittatore si era formato un gruppo di rivoluzionari chiamati "Movimento 26 luglio" comandati da Fidel Castro dalla Sierra Maestra. Lo scopo dei rivoluzionari era impedire che Fangio disputasse il Gran Premio. La notte del sabato un gruppo di uomini armati sorpresero el Chueco nel suo albergo all'Avana. Fangio non si impaurì, grazie ai suoi nervi d'acciaio diede seguito alle richieste degli uomini armati senza contrastarli. Il suo manager Gamberone ricorda l'argentino come il più calmo della vicenda. El Chueco fu trasportato nella periferia dell'Avana. Sistemato in una casa dei rivoluzionari stette lì fino alla conclusione della gara. Per nulla impaurito conversò tutto il tempo. Arrivò al punto di dire che i sequestratori gli fecero un gran favore, la sua Maserati "450 S" aveva dei problemi e sebbene avesse fatto la Pole non avrebbe vinto la gara. I sequestratori si scusarono più volte con il Maestro. Il loro intento non era far del male al penta campione ma semplicemente contestare il governo di Batista. Nel frattempo la notizia dell'avvenuto sequestro dell'asso del volante fece il giro del mondo. Finita la corsa il Movimento di Fidel, raggiunto il suo obiettivo, dovette procedere al rilascio del pilota. Questa operazione comportava seri rischi. Gli uomini di Batista avrebbero potuto ucciderlo incolpando poi il Movimento di Fidel. Fangio di comune accordo con i sequestratori fu portato all'Ambasciata argentina. Dopo 27 ore il sequestro si era già concluso e Fangio era sano e salvo. Il Movimento 26 luglio aveva raggiunto il suo scopo e Fangio vide incrementarsi la sua popolarità.
Un anno e mezzo dopo il nuovo capo del governo di Cuba, Fidel Castro, invitò il campione a ritornare nell'isola. Ma Fangio ritornò a Cuba solo nell'81 nelle vesti di responsabile del marchio Mercedes - Benz per effettuare una vendita di camion al governo dell'Avana.



Gran Premio di Francia 1958

l Gran Premio di Francia 1958 fu la sesta gara della stagione 1958 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 6 luglio sul Circuito di Reims

Percorso 8.302 Km - Distanza 50 Giri,  415,100 Km



Reims 1958 . 8 Stirling Moss  - 4 J.M.Fangio -  16 Harry Schell

La corsa vide l'ultima vittoria in carriera di Mike Hawthorn su Ferrari (che non vinceva dal Gran Premio di Germania 1956), seguito da Stirling 
Moss su Vanwall e dall'altro ferrarista Wolfgang von Trips. Il pilota romano Luigi Musso morì durante il Gran Premio a causa di un'uscita di pista 
al nono giro mentre si trovava all'inseguimento del compagno di squadra Hawthorn.



Con il quarto posto in gara si concluse anche la carriera di Juan Manuel Fangio. La sua Maserati non fu mai competitiva ed a fine gara fu sul punto di essere doppiata dal leader della corsa Mike Hawthorn il quale, in segno di rispetto per il grande campione conosciuto come il maestro, frenò e consentì a Fangio di completare la gara a pieni giri.

Al termine della gara la leggenda argentina disse semplicemente ai suoi meccanici "è finita".

Nel 1960, a causa delle difficolta’ economiche in cui versava l’azienda,la Maserati decise di ritirarsi completamente dalle competizioni sportive,
lasciando un piccolo gruppo di privati continuarea correre con la 250F, finche’ la vettura fu poi sorpassata tecnologicamente dall’introduzione
 delle vetture a motore centrale


1959 - Visita di Fangio a Monza

L' "OPERAZIONE FANGIO"
Lo spessore del personaggio Fangio lo si può cogliere da un episodio che nel 1958 accadde a Cuba, negli ultimi mesi del violento regime di Fulgencio Batista, la cui popolarità aveva ormai raggiunto il punto più basso, mentre quella di Fangio era al culmine. Batista voleva dimostrare di avere il pieno controllo dell'isola e nel 1957 si inventò il GP dell'Avana al quale aveva invitato a suon di dollari i migliori piloti del mondo: la prima edizione fu vinta proprio da Juan Manuel Fangio. Il dittatore cubano volle bissare nel 1958, ma barbudos, i suoi oppositori capeggiati da Fidel Castro ed Ernesto Guevara, riuscirono a rovinargli la festa: la sera delle qualifiche si presentò dall'argentino (autore fra l'altro della pole position) un commando che lo rapì per 27 ore, quanto bastava perché non prendesse parte al Grand Prix e i giornali di tutto il mondo parlassero della vicenda, come del resto accadde. A Fangio non fu torto un capello ed anzi fu trattato con estrema deferenza. Il campione aveva capito le intenzioni del "Movimento 26 luglio" e, pur non dicendolo apertamente, appoggiava quanto stavano facendo quelle persone per il loro paese.
 Dopo il rilascio alle autorità argentine, per anni definì quei rivoluzionari i suoi "amici sequestratori", e non li denunciò mai, anzi. Tornò a Cuba un anno e mezzo dopo, a rivoluzione compiuta, accolto con tutti gli onori che meritava chi, solamente con la forza della sua fama, aveva aiutato Cuba a voltare pagina.






1948 - Primo Gran Premio Internazionale General San Martin 



1949 Secondo Gran Premio Juan Domingo Peron 
1949 -Terza Coppa Acciòn de San Lorenzo 

1948 - Secondo Gran Premio
Juan Domingo Peron 





1949 Terzo Gran Premio Juan Domingo Peron 1950 Terzo  Gran Premio Internazionale General San Martin 


1950 -Quarta Coppa de acciòn San Lorenzo 1950 - GP Juan Domingo Peron 1951


1951 - Gran Premio Maria Eva Duarte de Peron 



1951 - Gran Premio Maria Eva Duarte de Peron 


GP di Montevideo 1952 
 Tredicesimo Gran Premio  Rio de Janeiro 1952



Frasi di Juan Manuel Fangio

Ho imparato ad affrontare le corse come si gioca una partita a biliardo.
 Se colpisci la palla troppo forte non vai da nessuna parte.
Se gestisci la stecca con cura puoi dare la direzione e guidare con più finezza.

Le donne guidano la nostra vita.
Il pilota di un'auto da corsa è solo un componente.
L'uomo pazzo finisce al cimitero.

Quando ho corso con la Mercedes, ho pensato di imparare il tedesco.
Ma mia moglie non voleva vivere in Germania.



Memoriale di Senna e  Fangio 
Donington Park Circuit, Leicestershire
Questo memoriale rappresenterà un tributo duraturo ai successi di due grandi sportivi
 ed è reso possibile dalla generosità dei loro devoti fan in tutto il mondo.


LOUIS ARMSTRONG ~ When You`re Smilin`~
Ayrton Senna  amico di Juan Manuel Fangio

1993 - Ayrton Senna ha vinto il Gran Premio del Brasile, dove ha ricevuto il trofeo sul podio dal suo idolo Juan Manuel Fangio.




CALCOLATORE DEL RISCHIO
Juan non faceva distinzioni. Per lui F.1, Carrera, Endurance o la Mille Miglia si equivalevano. Esperti, giornalisti e lo stesso Enzo Ferrari restano del parere
 che difficilmente potremo riavere un asso capace di tanta continuita' nel successo.

Nei tracciati impegnativi, la sua guida raggiungeva la perfezione, che non sapeva spiegare lui stesso.
«Ho imparato a calcolare il rischio, quando indossavo l'uniforme militare, e condensavo il mio pensiero durante le lunghe tappe, come quella da Buenos Aires,
attraverso le Ande sino a Lima nel Peru'. Che vuoi, papa' e mamma' mi hanno forgiato cosi'», e dopo un attimo di pausa aggiungeva:
 «Ma dimmi un po' a te questo carattere non piace?».

Juan Manuel Fangio ci lascio' all'eta' di 84 anni, (1995) dopo aver trascorso i giorni del suo tramonto a Barcarce (Buenos Aires).
Che strano questo grande, indimenticabile campione del mondo!




FOTOGALLERY

Juan Manuel Fangio - Gran Premio di Siracusa 1956.


Gran Premio d'Italia 1955
Gran Premio di Svizzera 1954
Gran Premio d'Italia 1956
Gran Premio di Gran Bretagna 1956
Gran Premio di Monaco 1955
Gran Premio del Belgio 1955
Gran Premio del Marocco 1957
Gran Premio di Monaco 1957
Gran Premio di Monaco 1956
Gran Pemio di Francia 1957
Gran Premio di Svizzera 1954
Gran Premio di Germania 1954
Gran Premio di Svezia 1956 Gran Premio di Germania 1957
Gran Premio di Francia 1956 Gran Premio d'Italia 1955


Gran Premio di Pescara 1957

Il XXV Circuito di Pescara, anche detto Gran Premio di Pescara 1957, fu la settima gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 18 agosto sul Circuito di Pescara. La manifestazione vide la vittoria di Stirling Moss su Vanwall, seguito dalle Maserati di Juan Manuel Fangio ed Harry Schell.
L'evento si svolse eccezionalmente a causa della improvvisa cancellazione dei Gran premi di Belgio e dei Paesi Bassi. Il tracciato di Pescara era rinomato al tempo come uno dei percorsi per gare automobilistiche più ostici e pericolosi, ma era famoso perché dal 1924 vi si svolgeva la Coppa Acerbo: pertanto gli organizzatori del campionato poterono confidare sulla scelta di un circuito ampiamente già collaudato e prestigioso.

Tuttavia, gli organizzatori dovettero superare varie difficoltà e la gara risultò mutilata di alcune partecipazioni importanti. L'ANAS, infatti, fu piuttosto restia a concedere il proprio nulla osta circa l'idoneità del circuito stradale, per il pericolo che gli spettatori avrebbero corso, anche tenuto conto della tragedia di Guidizzolo, avvenuta solo 3 mesi prima. Inoltre, Enzo Ferrari aveva deciso di disertare le gare in Italia, in aperta polemica con la magistratura che aveva aperto un'inchiesta sulle responsabilità della Ferrari, proprio nell'incidente occorso a De Portago.

Scongiurato di desistere dalla decisione e anche subendo vari e pesanti attacchi di parte giornalistica e politica, il "Drake" rimase a lungo irremovibile: sportivamente concesse ai suoi piloti di partecipare con vetture di altre Case, ma le monoposto della Scuderia Ferrari non si sarebbero dovute muovere da Maranello.. Solo in extremis concesse una vettura a Luigi Musso a condizione che venisse iscritta "privatamente" dal pilota.

Il circuito cittadino di Pescara, che misurava oltre 25 km (25,579 km), è ancor oggi il tracciato più lungo dove si sia mai disputata una gara di Formula 1.



Gran Premio di Svizzera 1954
Gran Premio di Gran Bretagna 1955
Gran Premio di Albi 1953
Gran Premio di Gran Bretagna 1955
Gran Premio di Gran Bretagna 1954
Gran Premio di Germania 1954
Gran Premio di Monaco 1956
Gran Premio d'Italia 1954
Gran Premio di Monza 1955
Gran Premio di Francia 1954
Gran Premio di Monaco 1950 Gran Premio d'italia 1953
Gran Premio di Cuba 1957
Gran Premio di Germania 1954
Gran Premio di Monaco 1957 Gran Premio di Francia 1953







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Questo è un sito-blog personale non a scopo di lucro.

Si propone di rivivere alcuni frammenti storici della F1:
 quella dove la guida delle monoposto apparteneva ai piloti,
su piste che oggi giudicheremmo assurde, circuiti disegnati
 dal computer piuttosto che dal cuore.
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