 |
|
 |



Juan Manul Fangio da molti considerato il più grande pilota di Formula 1 di tutti i tempi
aveva uno stile di guida preciso ma allo stesso tempo spettacolare
oltre che una profonda conoscenza della meccanica essendo stato
coinvolto nel settore delle riparazioni fin da ragazzino.
Corridore completo, seppe distinguersi anche in competizioni a ruote coperte, da ricordare i suoi numerosi piazzamenti
alla Mille Miglia, la vittoria alla Carrera Panamericana nel 1954, al
Nürburgring nel 1955 e alla 12 Ore di Sebring nel 1956 e nel 1957.
La storia di Juan Manuel Fangio
Il 24 giugno 1911 di un secolo fa nasceva da genitori italiani a Balcarce, in Argentina, Juan Manuel Fangio,
considerato insieme a Tazio Nuvolari, che però visse un'altra epoca delle corse, "il" pilota. Soprannominato "El Chueco",
lo storpio, per via delle gambe arcuate, ma anche "El Maestro", semplicemente perché era il migliore,
regalò i primi titoli iridati in Formula 1 a quattro marche: Alfa Romeo, Ferrari, Maserati e Mercedes-Benz.
Prima che arrivasse Michael Schumacher è stato il pilota più titolato
in Formula 1 e il solo a vincere per quattro stagioni di seguito,
dal
'54 al '57, ma rimane l'unico a poter vantare una vittoria ogni due
gare. Anche il Kaiser 46 anni dopo lo ha ammesso:
"Non si può fare
minimamente un paragone".
Luciano Pavarotti e Juan Manuel Fangio

MONACO - 20
maggio: David Coulthard, membro di Laureus Academy Emerson Fittipaldi,
Principe Alberto di Monaco e Niki Lauda
il 20 maggio 2003 alla
presentazione di una statua di Juan Manuel Fangio all'angolo di Rascasse
a Monaco.

F1 Tribute Juan Manuel Fangio
 |
Juan Manuel Fangio

Gli esordi in Argentina
L'esordio nel mondo delle competizioni
motoristiche avvenne il 25 ottobre 1936. Fangio al volante di una
vettura Ford A che pare fosse stata in precedenza utilizzata come taxi,
prese parte al Premio Circuito de Benito Juárez. Dopo essersi
qualificato in settima posizione fu costretto al ritiro in seguito ad
un guasto meccanico mentre si trovava al terzo posto; la corsa fu
funestata da un grave incidente in cui l'auto guidata da Juan Estanyo, capovolgendosi in seguito ad una sbandata, uccise il co-pilota Armando Tesone.
La seconda corsa non fu più fortunata, Fangio arrivato in ritardo alla
partenza si inserì nel gruppo con un giro di ritardo e venne in seguito
squalificato e costretto a fermarsi.
Nel 1939 iniziò a partecipare anche a competizioni su strada e fu nel 1940 che, proprio in una di queste corse, il Gran Premio Internacional del Norte, conquistò la sua prima vittoria al volante di una Chevrolet
coupé. La competizione durò due settimane su un percorso di più di
novemila chilometri, Fangio concluse con il tempo di 109 ore e 35 minuti
e con più di un'ora di vantaggio sul secondo classificato, Daniel Musso..
Nel 1941 arrivarono altre due vittorie su strada, la prima in Brasile nel Premio Presidente Getulio Vergas, la seconda nella Mille Miglia Argentina.
Dopo una sosta forzata a causa della guerra, nel 1946 Fangio tornò a
correre anche in corse a ruote scoperte cogliendo i primi buoni
piazzamenti con due secondi posti.
Nel 1947 conquistò la prima vittoria
al volante di una monoposto al Gran Premio della Città di
Rosario. Nel corso dell'anno si aggiudicò altre due prove di Formula Libre
e una su strada. Nel 1948 arrivarono altre due vittorie in formula
libera e due in competizioni su strada, per la prima volta poi Fangio
partecipò a una corsa europea, in Francia prese parte a bordo di vetture
Simca-Gordini al Gran Premio di Reims,
prese il via sia alla corsa di Formula 2 sia a quella di Formula 1 ma
fu costretto al ritiro per problemi meccanici in entrambe le
competizioni.
Alla fine dell'anno prese parte alla prova di Turismo de
Carretera denominata Gran Premio dell'America del Sud, una maratona
automobilistica della durata di quasi tre settimane su un percorso di
9500 chilometri. Fangio fu protagonista di un terribile incidente nel
corso della settima tappa, la sua Chevrolet uscì dal tracciato
cappottandosi numerose volte, il pilota argentino riportò ferite al
collo mentre il suo copilota, Daniel Urrutia
fu catapultato fuori dall'abitacolo, riportando gravi fratture al
cranio e alle vertebre cervicali e morendo poche ore dopo nel vicino
ospedale di Obrero
dove entrambi erano stati ricoverati. Sebbene profondamente scosso
dalla perdita dell'amico Fangio decise alla fine per il proseguimento
della sua carriera agonistica.
L'avventura europea
Il 1949: i primi successi
Nel 1949 Fangio ritornò in Europa e
questa volta i risultati furono straordinari, si aggiudicò
infatti in rapida successione il Gran Premio di San Remo, quello di
Pau, quello di Perpignan
e infine
quello di Marsiglia. Avrebbe dovuto partecipare anche alla Mille Miglia
tra i favoriti ma la sua Simca non arrivò in tempo dalla
Francia. Si ritirò nelle due corse successive il Gran Premio di
Roma di Formula 2 e il Gran Premio di Bruxelles di Formula 1, mentre il successivo Gran Premio dell’ Autodromo
di Formula 2 a Monza avrebbe visto la sua consacrazione definitiva,
infatti sul circuito brianzolo, approfittando di un guasto meccanico
subito da Ascari a poche tornate dalla fine mentre si trovava al
comando, si aggiudicò il quinto successo stagionale.
Al successivo appuntamento di Reims,
Fangio partecipò sia alla corsa di Formula 2 in cui fu costretto al
ritiro per un guasto mentre era al comando lasciando la vittoria ad
Ascari, sia al Gran Premio di Formula 1 ma anche questa volta si dovette
ritirare per un cedimento meccanico.
Sul finire della stagione si fecero sempre più insistenti le voci di un ritorno dell'Alfa Romeo
alle competizioni e Fangio fu indicato dalla stampa come sicuro pilota
della rinnovata scuderia. Le nuove vetture che avrebbero dovuto
debuttare al Gran Premio d'Italia
non vennero comunque ritenute ancora a punto dai vertici della casa e
l'esordio venne quindi rimandato alla stagione successiva.
Le stagioni del Mondiale
Il 1950
Le corse in Argentina
La stagione motoristica incominciò
con quattro gare in Argentina, alle quali presero parte la grande
maggioranza dei piloti europei.
Il 18 dicembre 1949 si disputò il Gran Premio Peron
sul circuito di Palermo, Fangio nonostante un incidente in prova in cui
danneggiò lievemente la sua Ferrari 166 F2 andando a sbattere
contro un albero, partì dalla prima fila, alle spalle di Villoresi
e Ascari. In gara riuscì a guadagnare una posizione, concludendo la
gara al secondo posto dietro ad Ascari. Il tifo dei fans argentini per
il loro idolo raggiunse livelli altissimi e si registrano anche alcuni
episodi di ostilità verso i piloti italiani, fortunatamente subito
rientrati.
Tale entusiasmo produsse però situazioni anche molto pericolose,
un'invasione di pista al termine della gara rischiò di tramutarsi in
tragedia quando il Principe Bira travolse la folla festante dopo aver tagliato il traguardo, fortunatamente non si registrano feriti gravi.
Il 9 gennaio 1950 si disputò poi il Gran Premio Evita Perón,
la prima fila fu identica a quella di dicembre ma a posizioni invertite
con Fangio in pole davanti ad Ascari e Villoresi. Il pilota argentino
prese subito il comando della corsa ma un consumo irregolare degli
pneumatici lo costrinse a diverse soste ai box lasciando il successo a
Villoresi.
La successiva corsa a Mar del Plata
vide Fangio protagonista di un brutto incidente insieme a Villoresi,
quest'ultimo ruppe lo sterzo e urtò la vettura dell'argentino ad alta
velocità provocandone il ribaltamento.
Fortunatamente entrambi i piloti uscirono illesi dalla carambola
ma la stampa argentina accusò Villoresi di avere provocato
intenzionalmente l'incidente per favorire il successo di Ascari.
Nei giorni successivi fu lo stesso Fangio a scagionare completamente il pilota della Ferrari da qualsiasi responsabilità.
La stagione sud americana si concluse con il Gran Premio della Città di
Rosario. Fangio partì dalla pole position e condusse la gara fin dalle
prime battute ma al 13º giro, mentre si trovava al comando con ampio
margine sul secondo, andò a sbattere contro le balle di paglia poste a
protezione del pubblico; alcuni spettatori rimasero feriti in modo lieve
mentre il pilota, uscito completamente incolume dall'incidente, fu
costretto ad abbandonare la corsa lasciando il successo a Villoresi.
Il bilancio complessivo nelle quattro corse di casa non fu certo
incoraggiante ma il pilota argentino aveva comunque dimostrato di poter
competere ad armi pari con i migliori piloti europei a parità di mezzo
meccanico e l'arrivo delle nuove Alfa Romeo avrebbe sicuramente potuto
spostare in modo deciso gli equilibri delle corse.
|
 |
Juan Manuel Fangio guida una Ferrari a Monza, 1949

 |
|
 |
1949 - Fangio su Chevrolet |
|
Nel 1949 Fangio in Argentina garaggia in monoposto |
1949 Juan Manuel Fangio Gran Premio di Francia (Maserati 4clt48)
 |
Gran Premio di Pau 1950
|
Gara extra Campionato
|
Il circuito di Pau
|
Data
|
10 aprile 1950
|
Nome ufficiale
|
XI Gran Premio di Pau
|
Luogo
|
Circuito di Pau, Francia
|
Percorso
|
2,769 km / 1,720 US mi
Circuito stradale
|
Distanza
|
110 giri, 304,590 km/ 189,263 US mi
|
Risultati
|
Pole position
|
Giro più veloce
|
Juan Manuel Fangio
|
Juan Manuel Fangio
|
Maserati in 1:43.1
|
Maserati in 1:42.8
|
Podio
|
1. Juan Manuel Fangio
Maserati
|
2. Luigi Villoresi
Ferrari
|
3. Louis Rosier
Talbot-Lago
|
|
|
Il Gran Premio di Pau 1950
è stata una gara di Formula 1 extra-campionato tenutasi il 10
aprile, 1950 sul Circuito di Pau, a Pau, in Francia.
La corsa,
disputatasi su un totale di 110 giri, è stata vinta
dall'argentino Juan Manuel Fangio su Maserati 4CLT/48.
È stata la prima gara della Stagione di Formula 1 1950, e si è disputata in concomitanza con il Richmond Trophy.

|
 |
Il primo Campionato del Mondo di Formula 1

Il 13 maggio esordì, sul Circuito di Silverstone e al volante di una Alfa Romeo 158, nel Campionato del Mondo di Formula 1
organizzato quell'anno per la prima volta; la corsa fu caratterizzata
da un acceso duello con il compagno di squadra Nino Farina. Fangio
cercò di avvantaggiarsi sul rivale anticipando la sosta per il
rifornimento, ma ripartì dai box prima che i meccanici avessero
completato il rabbocco dell'olio:
il motore non resistette a lungo e l'argentino fu costretto al ritiro a
otto giri dal termine, mentre si trovava in seconda posizione, per il
cedimento di una valvola. Il secondo appuntamento iridato a Monaco si
rivelerà decisamente più fortunato, Fangio partito dalla
pole position prese subito la testa della corsa, riuscendo così
a evitare di rimanere coinvolto nell'incidente del primo giro che mise
fuori gioco nove vetture e tra gli altri i compagni di squadra Farina e
Fagioli e il connazionale José Froilán González.
L'incidente fu causato da uno sbandamento di Farina che nel dopo gara
accusò proprio l'argentino di non aver lasciato lo spazio
necessario al sorpasso, provocando la carambola.
Fangio non si lasciò sfuggire
l'occasione e conquistò una facile vittoria davanti alla Ferrari
di Ascari e la Maserati del pilota di casa Louis Chiron, andando ad
agganciare Farina al comando della classifica iridata. Il successivo
appuntamento a Bremgarten in Svizzera vide Fangio partire nuovamente
dalla pole ma la gara venne condotta dal compagno di squadra Farina, il
pilota argentino si travava comunque saldamente in seconda posizione
quando, a otto giri dal termine, si ruppe il motore della sua alfetta costringendolo al ritiro. Il
18 giugno si corse poi il Gran Premio del Belgio sul Circuito di Spa.
Fangio conquistò il suo secondo successo iridato davanti a
Fagioli e il francese Rosier, Farina attardato da un problema al motore
negli ultimi giri si piazzò in quarta posizione realizzando il
giro più veloce in gara.
La penultima prova del mondiale si disputò sul Circuito di Reims
e Fangio realizzò un week end perfetto conquistando pole vittoria e
giro più veloce in gara, il contemporaneo ritiro di Farina per un guasto
alla pompa di benzina proiettò il pilota argentino in testa alla
classifica mondiale. Tutto si decise quindi sulla pista di Monza nel Gran Premio d'Italia
Fangio partito dalla pole accusò noie meccaniche sulla sua Alfa e salì
su quella del compagno Taruffi, nel tentativo di rimonta realizzò il
giro più veloce della corsa ma un ulteriore guasto lo costrinse al
definitivo ritiro lasciando così a Farina la vittoria del Gran Premio e
del Titolo mondiale. Da sottolineare come la Direzione corse dell'Alfa
Romeo per garantire ai due piloti l'assoluta uniformità di trattamento
fece estrarre a sorte dagli stessi protagonisti i numeri delle auto a
loro assegnate.
|
 |
 |
28 agosto 1950:
il pilota argentino Juan Manuel Fangio (1911-1995), nella sua Alfa Romeo, durante l'International Trophy
Race a Silverstone.
| | | | |